A Cuneo gli “orti sociali”

scritto da Redazione il 20 December 2012 in 9 - In relazione and Buone pratiche and Esperienze e territorio con commenta

«La terra è madre, Dio l’ha data a tutti e lei è generosa con chi la custodisce e rispetta» dice don Gianni Cavallo, parroco di San Pio X in un quartiere di Cuneo ritenuto problematico, Cerialdo: da una sua idea, realizzata in collaborazione con la Caritas parrocchiale e la cooperativa Cassiopea di Boves, è nata l’interessante iniziativa degli “orti sociali”. In Brasile, dov’è stato missionario per molti anni, don Giovanni ha lottato insieme ai Sem Terra per i diritti delle popolazioni private dei terreni occupati dai grandi latifondi, e di quella esperienza ha conservato l’amore per la terra e la convinzione che essa sia «all’origine di tutti i cambiamenti, tanto più in questo periodo di crisi».
Così, nel maggio 2012 i promotori hanno dato vita all’iniziativa, ottenendo in comodato dai proprietari alcuni terreni che sono stati messi a disposizione di persone in difficoltà abitanti nel quartiere. Cittadini stranieri immigrati e italiani si sono quindi trovati fianco a fianco a coltivare ortaggi, in parte utilizzati per il consumo personale e in parte donati dai partecipanti alla Caritas parrocchiale, affinché anche altre persone in difficoltà potessero godere dei frutti dell’iniziativa.

L’esperienza cuneese ha dimostrato che unendo le forze, creando relazioni, partendo dal coinvolgimento diretto delle persone, si possono abbattere le barriere del pregiudizio e creare aperture solidali, rendendo evidente come siano soprattutto la non conoscenza, la superficialità e l’egoismo a creare pregiudizi e chiusure.

Solidarietà contro il pregiudizio
«Vorrei che tutti sapessero che qui sentiamo molto il peso del pregiudizio e ne soffriamo» sostiene Aziza, una dei partecipanti all’iniziativa degli “orti sociali”, secondo la quale è la possibilità dell’incontro che fa la differenza, la preziosità di lavorare la terra fianco a fianco a persone di diversa provenienza. Fathia, madre di quattro figli, non ha molto tempo per lavorare gli orti ma, dichiara, «quando ho un po’ di tempo faccio la mia parte, provando la gioia di condividere, di fare qualcosa di nuovo. All’inizio avevo timore, ma le amiche mi hanno aiutata a farmi avanti. Oltre ad avere frutta e verdura fresca, alla possibilità di stare all’aria aperta, ho trovato tanta amicizia». Anche Suad è entusiasta dell’iniziativa: «È sempre festa quando a casa arrivano verdure fresche e colorate, quando i nostri bimbi vanno all’orto con il loro papà, anche solamente per giocare». Si tratta di donne straniere immigrate, che attraverso l’iniziativa degli “orti sociali” hanno sconfitto l’isolamento e la solitudine, ritrovando il piacere di coltivare la terra. In una lettera aperta queste donne di religione islamica hanno voluto ringraziare la comunità cattolica, cosa che rafforza ulteriormente il merito dell’iniziativa, e tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione degli “orti sociali”:
«Grazie a loro, grazie al nostro duro lavoro, abbiamo realizzato degli orti ordinati, belli e pieni di frutti. Desideriamo ringraziare la Parrocchia di San Pio X e tutto lo staff della cooperativa Cassiopea, che sono stati per noi di grande aiuto. Arrivi il nostro ringraziamento anche ai vicini dei nostri orti, che in tutto questo tempo ci hanno sopportato e aiutato. Grazie ai proprietari che gratuitamente ci hanno concesso in uso gratuito i loro terreni: Dio li ripaghi per quest’atto di generosità».
Tra le persone, in contatto con il Centro d’ascolto parrocchiale, a cui è stato affidato un pezzo di terra da coltivare non c’erano però solamente famiglie di immigrati stranieri, ma anche italiani considerati generalmente “poco intraprendenti”. «È stato fantastico vederli impegnati a testa bassa a coltivare il proprio pezzo di terra e altrettanto bello è stato vederli entusiasti e rinati, di fronte ai risultati ottenuti. Insomma: per tutti è stata un’iniezione di fiducia e speranza» sottolinea l’ideatore dell’iniziativa, don Gianni, aggiungendo: «Per noi tutti è stata una sorpresa positiva vedere come queste persone abbiano dato al quartiere un esempio di dedizione, di fedeltà ad un impegno».
Per questo, dopo la sospensione invernale, la Caritas parrocchiale di San Pio X e la cooperativa Cassiopea stanno valutando di acquisire un altro terreno e di lanciare qualche nuova interessante iniziativa.

Per informazioni: Caritas Diocesana Cuneo  – infocaritas@diocesicuneo.it

La Redazione ringrazia Massimo Viano per la collaborazione

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