Caritas europee a confronto sull’advocacy
Rafforzare il network europeo di organizzazioni ecclesiali che si occupano di lotta alla povertĂ in Europa attraverso la definizione di strumenti comuni per realizzare azioni di advocacy che spingano i governi nazionali e le istituzioni europee a varare programmi di contrasto alla povertĂ . Questo lâobiettivo di Caritas Europa che da qualche mese ha iniziato a promuovere un confronto tra le Caritas nazionali europee, avviato con il Forum su âAdvocacy e Comunicazioneâ svoltosi a Vienna nel maggio scorso cui hanno partecipato i rappresentanti di Caritas Finlandia, Danimarca, Repubblica Ceca, Grecia, Belgio, Svezia, Austria, Spagna, Italia, Lussemburgo, Svizzera, Armenia, Russia, Portogallo, Georgia, Ucraina, Germania, Bulgaria, Slovacchia, Cipro, Albania, Kosovo e Montenegro.
Ripartire dalla coesione sociale
Non mancano nelle Chiese coinvolte risposte concrete alla crisi economica attraverso le Caritas: erogazione di aiuto materiale accompagnata da attivitĂ di animazione pastorale, accompagnamento formativo di studio, ricerca, sensibilizzazione, lobbying, advocacy.
Ma la povertà è ancora una âterra di nessunoâ e molte sono le attese della Strategia 2020. La lotta alla povertĂ può ripartire dallâUnione Europea che stimola i Paesi membri a promuovere il concetto di coesione sociale come strumento per rilanciare lo sviluppo. Solo attraverso una nuova attenzione alle risorse e alla creazione di nuove alleanze è possibile lottare contro la povertĂ .
LâUnione Europea punta ad una maggiore coesione sociale e alimenta la tensione solidale e unâinnovazione di sguardo, di metodologia, di strumenti. Ciò è molto evidente nel disegno dei fondi strutturali europei 2014 â 2020, occasione che lâItalia non può mancare.
La crisi di cui siamo protagonisti ridefinisce i criteri utilizzati sia per descrivere esclusione, inclusione e integrazione sia per progettare degli interventi che debbono coinvolgere non solo singole persone in difficoltĂ , ma interi sistemi territoriali.
La coesione sociale impegna le forze sociali nel loro  complesso affinchÊ un sempre maggior numero di persone possano stare bene e stare meglio: una società slabbrata e non coesa non è nelle condizioni di accogliere e includere i suoi cittadini piÚ bisognosi.
Riportare al centro lâinteresse collettivo
La crisi da un lato mette in una situazione di bisogno primario (casa, reddito, salute, occupazione, istruzione) nuove fasce di popolazione, dallâaltro fa emergere nuovi bisogni collettivi essenziali per il benessere: relazioni attive, scambi, presenza di condizioni di credito e fiducia.
Occorre allora raccontare in modo nuovo lâimpegno, le competenze, i risultati, i benefici in termini di coesione sociale. CosĂŹ come raccontare le criticitĂ , i cambiamenti in atto e le conseguenze che ne derivano per aumentare la consapevolezza diffusa su temi che interessano tutti.
Ă questa la convinzione unanime delle Caritas nazionali al lavoro da Vienna per definire nuovi strumenti di impegno e advocacy contro la povertĂ . Lo scopo è riportare al centro lâinteresse collettivo per trovare nuove alleanze, partendo dalle quali si mira ad influenzare le decisioni politiche nazionali o/e internazionali in materia di sviluppo e lotta alla povertĂ . Ă costante il lavoro con le persone impegnate su alcuni temi, costante il lavoro di indagine sulle politiche pubbliche, instancabile la ricerca di soluzioni efficaci che facciano convergere interessi.
Il lavoro di condivisione e di dialogo è finalizzato a creare un potenziale di capitale sociale di una comunità e di una società .
Accompagnare la realizzazione di questo processo è la ragione dellâesistenza delle Caritas in Italia, in Europa, nel mondo (T. C.)
