Cibo per tutti: il punto

scritto da Redazione il 18 November 2014 in 12 - Cibo per tutti and Approfondimenti con commenta

Foto pag 2 OKDimezzare la percentuale di persone che soffrono la fame tra il 1990 e il 2015»: questo uno dei contenuti del primo tra gli otto obiettivi di sviluppo del Millennio definiti nel 2000 dall’ONU, relativo allo sradicamento della povertà estrema e della fame nel mondo. Una diminuzione in effetti c’è stata negli ultimi due decenni, stimata intorno al 17%, ma il numero complessivo di persone che soffrono la fame a livello mondiale resta ancora inaccettabilmente elevato: almeno 805 milioni di persone, un essere umano ogni otto. Inoltre, osservano l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Food and Agricolture Organization (FAO), le carenze nutritive e la cosiddetta “fame nascosta” colpiscono circa due miliardi di persone, 161 milioni di bambini sono rachitici a causa della cronica malnutrizione, 99 milioni sono sottopeso, 51 milioni sono deperiti a causa di malnutrizione acuta e quasi cinque milioni al di sotto dei cinque anni muoiono ogni anno per cause legate alla malnutrizione. Va ricordato, infatti, che la malnutrizione è il più grande contributore alle malattie nel mondo, circa un terzo della popolazione dei Paesi  in via di sviluppo soffre di carenze di micronutrienti che portano cecità, ritardo mentale e morte precoce.

Oltre alle dimensioni etica e sociale, la fame e l’insicurezza alimentare incidono poi enormemente sulle economie e hanno conseguenze negative per le condizioni di vita e le capacità economiche delle popolazioni vulnerabili. I costi per la società sono enormi in termini di perdita di produttività, salute, benessere, diminuzione della capacità di apprendimento e ridotta realizzazione del potenziale umano: si stimano costi per l’economia mondiale causati dalla malnutrizione fino al 5% del Prodotto mondiale lordo, cioè in termini assoluti 3,7 trilioni di dollari all’anno o 500 dollari per persona. E le prospettive non sono positive: la popolazione mondiale è destinata a superare i 9 miliardi entro il 2050, cosa che agli attuali modelli di consumo richiederebbe un aumento del 60% della produzione alimentare globale. Questo modo di produrre, cioè il modello di sviluppo dominante, ha però ormai mostrato tutti i suoi limiti e non è pensabile un mero aumento della produzione alimentare considerando che negli ultimi 40 anni lo spreco mondiale di cibo è cresciuto del 50% ma è cresciuto anche il numero di persone denutrite. In realtà, il cibo prodotto nel mondo sarebbe sufficiente per nutrire tutti in modo adeguato, mentre fame e insicurezza alimentare potrebbero essere estirpate nell’arco di una generazione. Ma affinché ciò possa verificarsi sono necessari maggiori sforzi e più concertati: tutti gli impegni assunti per contrastare la fame e l’insicurezza alimentare devono essere tradotti in politiche, attuazione dei programmi e mobilitazione di risorse finanziarie sufficienti.

 

caritasLa Campagna di Caritas Internationalis

Alla luce di questa situazione globale non più accettabile, e dell’evidente impossibilità di raggiungere il primo obiettivo di sviluppo del Millennio entro il limite previsto (2015), nel dicembre 2013 la Caritas internazionale ha lanciato una mobilitazione di 18 mesi dal titolo “One Human Family. Food for All” (Una sola famiglia umana. Cibo per tutti), iniziativa che coinvolge le 164 organizzazioni nazionali di Caritas e a loro volta tutte le migliaia di Caritas locali al fine di sollecitare un impegno globale per porre fine alla fame nel mondo entro il 2025. Un impegno auspicato anche da Papa Francesco, che comunicando il suo pieno appoggio alla Campagna aveva dichiarato: «Siamo di fronte ad uno scandalo globale di centinaia di milioni di persone che ancora soffrono la fame oggi. Non possiamo guardare dall’altra parte e fingere che non esista», invitando quindi «a dare voce a tutte le persone che soffrono silenziosamente la fame, affinché questa voce diventi un ruggito in grado di scuotere il mondo».

Il diritto a un’alimentazione adeguata, osserva Caritas Internationalis, è un diritto umano universale che si realizza quando tutte le persone hanno accesso fisico ed economico in ogni momento ad una alimentazione adeguata o ai mezzi per procurarsela, senza discriminazioni di alcun tipo. Garantire la sicurezza alimentare richiede interventi in più dimensioni, sottolineano i promotori della Campagna: il miglioramento della governance dei sistemi alimentari; investimenti complessivi e responsabili nell’agricoltura e nelle zone rurali, nella sanità e nell’istruzione; supportare i piccoli produttori; rafforzare i meccanismi di protezione sociale per la riduzione del rischio.

Esistono infatti, sostiene Caritas Internationalis, forti interdipendenze tra sicurezza alimentare e molte altre parti di un ampio programma di sviluppo sostenibile che affronti le questioni relative a crescita economica inclusiva, dinamiche demografiche, lavoro dignitoso, protezione sociale, emancipazione femminile e lotta alle disuguaglianze, accesso all’acqua potabile, energia, salute, servizi igienico-sanitari, gestione delle risorse naturali e protezione degli ecosistemi.

«Sancito dal diritto internazionale, il carattere giuridicamente vincolante del diritto ad una alimentazione adeguata va al di là di un obbligo morale» ha ricordato Caritas Internationalis ai governi di tutto il mondo lanciando la sua Campagna. (E.P.)

 

http://food.caritas.org/

 

Identikit della Campagna

Cosa è: “Una sola famiglia umana. Cibo per tutti” è una Campagna globale promossa dalla confederazione cattolica Caritas Internationalis per porre fine alla fame nel mondo entro il 2025.

Perché: Dato che gli obiettivi di sviluppo del Millennio, tra i quali il primo è di dimezzare la fame e la povertà, volgono al termine nel 2015 senza successo, la confederazione Caritas internazionale ha deciso di impegnarsi e unirsi a molte altre organizzazioni per contribuire al processo di sviluppo post-2015 con l’obiettivo di porre fine alle sofferenze di milioni di persone affamate in tutto il mondo.

Perché il “diritto al cibo”: Oggi nel mondo c’è abbastanza cibo per tutti eppure una persona su otto soffre la fame: un’ingiustizia che deve essere eliminata. Il diritto al cibo è un diritto umano, legale e giusto chiaramente definito (vedi la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo), che dà luogo a obblighi dei governi per ridurre sia la denutrizione cronica che la malnutrizione. Caritas Internationalis chiede quindi ai governi di includere il diritto a un’alimentazione adeguata e nutriente per tutti all’interno delle legislazioni nazionali.

Il diritto all’alimentazione tutela il diritto di tutti gli esseri umani a vivere in dignità, liberi da fame, insicurezza alimentare e malnutrizione. Non si tratta di carità, ma di assicurare che tutte le persone abbiano la capacità di nutrirsi con dignità.

Chi partecipa: Tutte le organizzazioni Caritas esistenti a livello internazionale, cioè i 164 membri nazionali e tutte le Caritas diocesane che ne fanno parte, mentre Caritas Internationalis coordina la Campagna.

Come partecipare: Individualmente – «La base per un reale cambiamento viene da noi stessi. Quando cominciamo a guardare in profonditĂ  dentro di noi ci rendiamo conto che è solo lavorando come una sola famiglia umana, in uno spirito di compassione e di unitĂ , che si può finalmente porre fine a una grave ingiustizia: c’è abbastanza cibo nel mondo, ma molte persone soffrono la fame».  A livello nazionale – La Caritas chiede a tutti i suoi membri di perseguire gli obiettivi nazionali che affrontano i problemi della fame nel loro Paese (ad es. lotta agli sprechi alimentari, promozione di orticoltura ecc.). A livello internazionale – Caritas ritiene che l’attuazione del diritto al cibo nei Paesi in cui non esiste sia un passo fondamentale per eliminare la fame nel mondo. Caritas produrrĂ  un progetto di legge quadro sul diritto al cibo, che le organizzazioni nazionali aderenti possono incoraggiare i loro governi ad adottare, e promuoverĂ  nel 2016 una sessione sul diritto al cibo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Cosa si può fare: Ascoltare, conoscere la fame e unirsi alla Campagna: le organizzazioni nazionali di Caritas promuoveranno azioni della Campagna a livello locale, entrando in contatto con loro si può prendere parte alle iniziative. Caritas Internationalis si augura che la moltiplicazione di tutte queste azioni in tutto il mondo «creerà una marea di sostegno al diritto al cibo». Si può prendere parte alla campagna sui social network (Facebook e Twitter: IAmCaritas #Food4All) e porre maggior attenzione alle proprie scelte alimentari (quanto cibo si spreca, da dove viene, come si possono supportare sistemi alimentari più equi).

Prossime date: Maggio 2015, Assemblea generale di Caritas Internationalis a Roma con focus sulla Campagna per eliminare la fame. Sempre nel corso del 2015 Caritas promuoverĂ  la Campagna a Milano nell’ambito dell’Expo 2015 – Nutrire il pianeta, energia per la vita.

 

Foto pag 3Onu una piattaforma on-line contro le perdite alimentari

Gli sprechi alimentari che attualmente si producono a livello mondiale potrebbero sfamare circa due miliardi di persone: è quanto stimato dalle tre agenzie alimentari dell’ONU che il 24 ottobre scorso hanno presentato a Roma una piattaforma digitale progettata proprio per contrastare il crescente problema della “perdita di cibo”.

Il nuovo programma on-line, denominato Global Community of Practice (CoP) on Food Loss Reduction (comunità globale di pratiche sulla riduzione delle perdite alimentari), è stato lanciato congiuntamente da Food and Agriculture Organization (FAO), Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) e Programma Alimentare Mondiale (PAM), con l’obiettivo di diventare «un punto di riferimento globale» nella facilitazione della condivisione delle informazioni sugli sprechi alimentari tra tutte le parti interessate, come gli enti pubblici, la società civile e il settore privato, permettendo loro di attingere notizie, conoscere eventi, accedere a librerie on-line, banche dati, corsi di formazione on-line di riferimento, nonché entrare in contatto con le reti sociali attive in materia.

«Con più di 800 milioni di persone nel mondo che ancora soffrono la fame, risparmiare cibo è di fondamentale importanza» ha dichiarato Maria Helena Semedo, responsabile della FAO per le risorse naturali, aggiungendo: «Quando il cibo viene salvato, sono salvate anche le risorse impiegate per produrlo. La riduzione  degli sprechi e delle perdite alimentari dovrebbe perciò essere una priorità per tutti».

Secondo stime delle agenzie delle Nazioni Unite, infatti, circa il 30% della produzione alimentare mondiale, cioè il 40-50% dei raccolti di radice, frutta e verdura, il 20% dei semi oleosi, di carne e latticini e il 35% del pesce, va perso o è sprecato, pari a circa 1,3 miliardi di tonnellate: si tratta di una quantità di cibo sufficiente a sfamare due miliardi di persone.

Secondo un Rapporto 2011 di Banca Mondiale e FAO, le perdite di grano nell’Africa sub-sahariana valgono potenzialmente 4 miliardi di dollari l’anno e potrebbero soddisfare i requisiti minimi di cibo annuo di almeno 48 milioni di persone.

«Lo sforzo globale per ridurre i tassi inaccettabili di perdita di cibo deve essere di carattere olistico»  sostiene il vicepresidente dell’IFAD, Michel Mordasini, sottolineando il ruolo centrale dei piccoli agricoltori che sono anche i più vulnerabili.

«Le soluzioni tecniche disponibili devono ancora essere rese accessibili e alla portata delle comunità agricole più fragili, per questo è positivo l’avvio di una piattaforma web dedicata al contrasto delle perdite alimentari che metta in relazione le conoscenze di agricoltori, professionisti, ricercatori, agenzie di sviluppo e amministratori politici» ha concluso il rappresentante dell’IFAD

Community of Practice on Food Loss Reduction

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