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Contrasto alla povertà: le misure del governo

Posted By Redazione On 28/02/2016 @ 19:50 In 21 - Primi passi contro la povertà,Approfondimenti | No Comments

Il 28 gennaio scorso il governo italiano ha approvato un Disegno di legge delega  in materia di contrasto alla povertà, riordino delle prestazioni e sistema degli interventi e dei servizi sociali.

Questa norma riferita alle problematiche sociali è strettamente connessa a quanto previsto nella Legge di stabilità 2016, che istituisce il Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale e, allo stesso tempo, stabilisce che questo fondo venga utilizzato nell’ambito di un Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale» ha dichiarato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti.

Nello specifico, ha precisato il governo, il Disegno di legge delega:

  • Introduce una misura nazionale di contrasto alla povertà, individuata come livello essenziale delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale, basata sul principio dell’inclusione attiva, che prevede la predisposizione per i beneficiari di un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa sostenuto dall’offerta di servizi alla persona.
  • Razionalizza le prestazioni di natura assistenziale e quelle di natura previdenziale sottoposte alla prova dei mezzi, introducendo il principio di “universalismo selettivo” nell’accesso secondo criteri di valutazione della condizione economica in base all’ISEE. Sono escluse dalla razionalizzazione le prestazioni riferite alla condizione di disabilità e, comunque, i nuovi criteri si applicheranno solo alle prestazioni richieste dopo l’entrata in vigore dei decreti attuativi.
  • Riordina la normativa in materia di interventi e servizi sociali, al fine di superare la frammentarietà delle misure e degli interventi secondo principi di equità ed efficacia nell’accesso e nell’erogazione delle prestazioni.

 

Governo: «Un progetto molto ambizioso»

Il ministro Poletti ha poi spiegato il senso complessivo delle misure di contrasto alla povertà che il governo ha adottato con la Legge di stabilità prima e con il Disegno di legge delega poi: «Il nostro è un progetto molto ambizioso, dall’orizzonte di medio periodo, che vuole cambiare innanzitutto la cultura dell’intervento sociale in Italia. Le persone e le famiglie più fragili non devono sentirsi sole, ma sapere che possono contare su un sostegno articolato che viene innanzitutto da chi ha una responsabilità pubblica di governo dei territori e, più in generale, dalla comunità tutta, all’interno della quale i servizi operano e sulle cui risorse devono far leva».

Le risorse destinate nel 2016 all’estensione dell’esperienza del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA), che diventa una misura nazionale con criteri e procedure rinnovati, ammontano a 760 milioni. Il sostegno economico – fino a 400 euro al mese per famiglie con almeno 5 componenti – dovrebbe riguardare circa il 60% dei bambini e dei ragazzi che vivono in famiglie in condizione di povertà. «È un intervento di grande rilievo che si accompagna alla razionalizzazione degli altri interventi oggi in campo, spesso frutto di una stratificazione prodottasi negli anni senza particolare razionalità, e ad una revisione della governance delle politiche sociali, percorso in cui ci impegneremo insieme alle regioni, agli enti locali e alle forze sociali» ha aggiunto il ministro per le Politiche sociali.

Fra gli strumenti introdotti dalle nuove misure del governo sono previsti, infatti: l’istituzione, presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, di un organismo nazionale di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali; l’attribuzione allo stesso ministero delle competenze in materia di verifica e controllo del rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni; la promozione di accordi territoriali tra servizi sociali e altri enti o organismi competenti per l’inserimento lavorativo, la salute, l’istruzione e la formazione; il rafforzamento del Sistema informativo dei servizi sociali e, in particolare, del Casellario dell’assistenza.

 

Scarse risorse per l’attuazione

I contenuti del Ddl sono indubbiamente innovativi ma insufficienti per far fronte alle intenzioni espresse dal governo di contrastare profondamente la povertà in Italia. Come sottolineato da gran parte degli osservatori interessati, su tutti l’Alleanza contro la povertà in Italia, sono piuttosto evidenti carenze economiche e organizzative.

Non sono previste infatti risorse finanziarie aggiuntive rispetto a quelle già definite dalla Legge di stabilità: secondo il provvedimento, eventuali ulteriori risorse dovranno essere reperite dalle amministrazioni competenti (ministero del Lavoro ed enti locali) «attraverso una diversa allocazione delle ordinarie risorse umane, finanziarie e strumentali, allo stato di dotazione alle medesime amministrazioni». Le risorse disponibili, come dichiarato dal ministro Poletti, sono sufficienti per avviare misure di sostegno per 280.000 famiglie e 580.000 bambini, in tutto 1.150.000 persone sugli oltre 4 milioni che ne avrebbero necessità. L’ampliamento del Fondo per la povertà, istituito dalla Legge di stabilità, dipenderà poi da quante risorse saranno rese disponibili in futuro dagli interventi di razionalizzazione delle prestazioni assistenziali e previdenziali.

C’è inoltre un problema di fragilità delle nuove norme in merito ai meccanismi che dovrebbero garantire un sistema di servizi di inclusione efficace ed omogeneo, necessario per favorire l’autonomia e l’inclusione sociale.

Carenze, queste, che potranno essere affrontate solo se si verificherà un costante e costruttivo confronto tra governo, enti locali e organizzazioni sociali.

Le politiche in atto su povertà ed esclusione sociale  [1]

Linee guida sull’inclusione attiva [2]

 


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