Cos’è lo spazio Schengen

scritto da Redazione il 6 May 2011 in 4 - Accoglienza e diffidenza and Notizie con commenta

SchengenNel 1985 Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi decisero di stipulare un accordo intergovernativo per creare tra loro un’area senza frontiere interne: nacque così il cosiddetto “Spazio Schengen”, dal nome della città lussemburghese dove furono siglati i primi accordi.

Nel 1990 i cinque Paesi fondatori firmarono una Convenzione, entrata poi in vigore nel 1995, che permise di abolire i controlli interni tra gli Stati firmatari e di creare una frontiera esterna unica con controlli all’ingresso effettuati secondo procedure identiche. Furono così adottate norme comuni in materia di visti, diritto d’asilo e controllo alle frontiere esterne, mentre per conciliare libertà e sicurezza la libera circolazione fu affiancata dalle cosiddette “misure compensative”, volte a migliorare la cooperazione e il coordinamento fra i servizi di polizia e le autorità giudiziarie. In tale contesto fu creato il Sistema d’Informazione Schengen (SIS), una banca dati che consentiva alle autorità competenti dei Paesi Schengen di scambiare dati relativi all’identità di determinate categorie di persone e di beni.
Lo Spazio Schengen si è quindi esteso progressivamente a tutti gli altri Stati membri dell’UE tranne Regno Unito e Irlanda e, dal 21 dicembre 2007, anche a nove dei dieci Stati membri entrati nell’UE nel 2004: Estonia, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. L’abolizione dei controlli alle frontiere terrestri, marittime e aeree per questi nove Paesi è stata completata il 30 marzo 2008: da quel giorno l’area Schengen senza controlli interni di alcun tipo riguarda quindi 22 Stati membri dell’UE. Per Cipro, Romania e Bulgaria, sottoposti a ulteriori valutazioni sulle rispettive capacità di effettuare i necessari controlli, l’ingresso nello Spazio Schengen è vicino, soprattutto per Romania e Bulgaria che in teoria dovrebbero entrarvi entro la fine del 2011. Fanno invece già parte dell’area Schengen i tre Paesi che non sono Stati membri ma sono associati all’UE, cioè Islanda, Norvegia e Svizzera.
Nel febbraio 2008la Commissione Europeaha adottato un pacchetto di proposte per rafforzare i controlli alle frontiere esterne e accrescere la sorveglianza sulla circolazione all’interno dello Spazio Schengen dei cittadini di Paesi terzi. Sono previsti un registro comune di entrata/uscita dall’area Schengen, un sistema di sorveglianza costante dei confini marittimi e terrestri (Eurosur) e un uso più efficace dell’agenzia per le frontiere Frontex.La Commissione Europeaincoraggia inoltre gli Stati membri a dotarsi di equipaggiamenti elettronici di riconoscimento delle tracce biometriche e propone l’introduzione di autorizzazioni o visti elettronici per rendere i controlli più rapidi e sicuri, misure criticate da organizzazioni, associazioni ed eurodeputati preoccupati che si giunga a una schedatura dei cittadini non comunitari.
Nei primi mesi del 2011 invece, in seguito ai flussi straordinari di migranti provenienti dal Nord Africa e al rischio che alcuni Stati membri non riescano a garantire i controlli alle frontiere esterne dell’UE, alcuni Paesi europei (soprattutto Francia, Germania e Danimarca) hanno sollecitato la possibilità di reintrodurre i controlli alle frontiere interne all’area.La Commissione Europeaha allora proposto un aggiornamento della normativa sulla libera circolazione prevedendo la possibilità di reintrodurre temporaneamente i controlli alle frontiere nazionali, ma solo nel caso straordinario di massicci afflussi di migranti (quantitativamente superiori a quello che si sta verificando attualmente) oppure se uno Stato membro sia considerato “inadempiente” nella sorveglianza delle frontiere esterne.

 

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