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GREM: formazione e informazione on-line sulle migrazioni

Posted By Redazione On 31/12/2015 @ 18:24 In 20 - Dalle parole ai fatti,Buone pratiche,Esperienze e territorio | No Comments

GREM [1]Dopo gli attacchi terroristici che hanno sconvolto Parigi, la notte di venerdì 13 novembre, è tornato al centro del dibattito pubblico il tema dell’immigrazione. C’è chi invoca il pugno duro, chi chiede la chiusura delle frontiere e la sospensione di Schengen e chi, invece, ricorda che molte delle persone arrivate sulle nostre coste scappano dall’orrore dell’Isis. Ma cosa sappiamo realmente dei Paesi di provenienza di rifugiati e richiedenti asilo?

Questa è la domanda che sta orientando l’azione del Gruppo di lavoro regionale sull’Educazione alla Mondialità (GREM) che vede coinvolte sette Caritas diocesane. Come osserva Daniele Albanese, referente del progetto regionale, «è on line sul sito puntidivistafactory.eu/grem la piattaforma in cui trovare informazioni, approfondimenti, interviste e materiale per la formazione che affronta proprio il tema delle cause di migrazione».

L’obiettivo è quello di ripercorre idealmente il viaggio dei profughi, non tanto per evidenziare la pericolosità del percorso dato dalla chiusura della frontiere che costringe le persone ad affrontare rischi crescenti, quanto per dare informazioni sulle motivazioni dai Paesi di origine raccontate in presa diretta dalla voce di immigrati. Chiedersi il perché di un fenomeno che coinvolge il 3% della popolazione mondiale significa voler affrontare alla radice un fenomeno che ci coinvolge sempre più.

Mobilità come soluzione

Ascoltare la loro voce, chiedere direttamente loro quali sono i fattori di spinta e di attrazione significa anche ribaltare lo sguardo sulle migrazioni. La mobilità umana non è il problema ma è la soluzione.

Soluzione diretta per le persone innanzitutto, che cercano una vita migliore oggi e che giustamente sono impazienti rispetto a processi di “sgocciolamento” delle ricchezze globali che è troppo lento. Soluzione anche per i Paesi di origine che possono trarre benefici positivi, se ben orientati, dalla diaspora migrante che può riportare non solo valore economico ma anche valori di libertà e democrazia spesso mancanti. Soluzione anche per i Paesi di arrivo che integrando diverse culture possono proiettarsi al futuro, rendersi multiculturali e realmente globali.

Leggere la realtà in questo modo potrebbe portare anche a prospettive diverse per le politiche di cooperazione con i Paesi di origine. Pensare ad uno sviluppo che coinvolga i migranti, sia nei Paesi di origine che nei Paesi di arrivo, anziché pensarli come elemento problematico da contenere.

Affrontare le cause della crisi migratoria

«Due miliardi di contributi finanziari ai Paesi africani in cambio di politiche repressive che blocchino i flussi migratori all’origine: questo è l’esito del summit sulle migrazioni tra Europa e Africa avvenuto a La Valletta (Malta) nei giorni 11 e 12 novembre scorsi. L’accusa che facciamo – ribadisce Daniele Albanese – è quella di strumentalizzare la cooperazione allo sviluppo per esternalizzare nei Paesi terzi il controllo delle frontiere. E lo si fa sedendosi al tavolo anche con alcuni dittatori, che sono la causa principale degli abusi, che costringono i popoli a fuggire».

Secondo il GREM è invece necessario affrontare le cause profonde della crisi migratoria per contribuire alla creazione di pace, stabilità e sviluppo economico; migliorare il lavoro di promozione e organizzazione di canali di migrazione legale; rafforzare la protezione dei migranti e dei richiedenti asilo, in particolare dei gruppi vulnerabili; migliorare le politiche di cooperazione allo sviluppo ritenendo i migranti attori protagonisti e forza positiva nei Paesi.

Un servizio oltre l’emergenza

«Le politiche messe in atto finora sono inefficaci oltre che disumane: incattiviscono la situazione senza riuscire ad arginare i flussi. Ora si mette mano al portafogli per forzare la mano dei governi africani» commentano i membri del GREM, che ritengono importante un «cambio di rotta»: proprio a questo scopo il GREM ha deciso di provare partendo “dal basso”, partendo dall’educazione.

«La piattaforma serve proprio a questo: contiene materiali utili ai percorsi formativi e informativi, interviste per decostruire l’immaginario sull’immigrazione nella nostra regione, testimonianze dirette e materiali di approfondimento sulle cause – spiega il referente del progetto –. Pensiamo che aiutare le nostre comunità nel dare una risposta a queste domande sia un compito della Caritas, costruendo degli strumenti fruibili per svolgere da un lato il compito proprio di animazione pastorale e dall’altro per assolvere al meglio nel servizio ai poveri e in particolare agli stranieri. Il dibattito e le nostre riflessioni non possono limitarsi perennemente alle questioni dell’emergenza».


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