L’ombra della povertà – glossario

scritto da Redazione il 6 December 2011 in 6 - L'ombra della povertà con commenta

Assegno al nucleo familiare (ANF): E una prestazione a sostegno delle famiglie dei lavoratori dipendenti e dei titolari di prestazione a carico dell’assicurazione generale obbligatoria, che abbiano un reddito complessivo al di sotto delle fasce stabilite ogni anno per legge. La sussistenza del diritto e l’importo dell’assegno dipendono dal numero dei componenti il nucleo familiare, dal reddito del nucleo familiare e dalla tipologia del nucleo familiare. L’assegno per il nucleo familiare e cumulabile con l’assegno per il nucleo familiare concesso dai Comuni.
Tali prestazioni rappresentano oggi la maggior spesa pro capite (4,62 euro per abitante) e il 13% della spesa per persone povere o con disagio economico.

Contributi economici ad integrazione del reddito familiare: Secondo la definizione fornita dall’Istat rientrano in questa categoria di prestazioni erogate dai servizi socio-assistenziali, sussidi economici, anche una tantum, ad integrazione del reddito di persone bisognose. Sono compresi, per l’area Famiglia e minori, i contributi per madri sole.

Crediti di solidarietà: Prestiti in denaro, a interessi zero, per la soluzione di problemi dovuti a disoccupazione temporanea, peggioramento delle salute, periodi privi di copertura economica per attesa di pensione o liquidazione, eventi imprevisti, spese straordinarie.
Crediti di solidarietà sono erogati anche (nella forma del microcredito) a persone inserite in progetti di attivazione di autoimprenditorialita e di lavoro in proprio. Secondo il Rapporto Caritas-Zancan 2011 il recupero dei crediti di solidarietà e la loro destinazione a Welfare e occupazione rappresenta un modo per ≪superare i fallimenti dei trasferimenti monetari senza responsabilizzazione ≫ e le ≪misure standardizzate, di tipo burocratico, che non guardano l’effettiva condizione delle persone, ma solo alle carte≫.

Indennità di accompagnamento: L’indennità di accompagnamento, o assegno di accompagnamento, è un sostegno economico statale pagato dall’Inps, previsto dalla Legge n.18/1980 per le persone dichiarate totalmente invalide. Tale provvidenza ha la natura giuridica di contributo forfettario per il rimborso delle spese conseguenti all’oggettiva situazione di invalidità, non è assimilabile ad alcuna forma di reddito ed è esente da imposte. L’indennità di accompagnamento è a totale carico dello Stato ed è dovuta per il solo titolo della minorazione, indipendentemente dal reddito del beneficiario o del suo nucleo familiare. Viene erogata a tutti i cittadini italiani o comunitari residenti in Italia, ai cittadini extracomunitari in possesso del permesso per soggiornanti di lungo periodo.

Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE): Indicatore della condizione economica degli individui, utilizzato dalle Pubbliche Amministrazioni per verificare il diritto dei cittadini a ricevere prestazioni sociali legate a una prova dei mezzi. L’ISEE è un indicatore che include reddito e patrimonio, ed è la somma dei redditi assoggettabili a IRPEF e di quelli derivanti da attività finanziarie di tutti i componenti il nucleo familiare, mentre la parte patrimoniale tiene conto del patrimonio mobiliare e immobiliare. L’importo viene poi parametrato rispetto al numero dei componenti il nucleo familiare.

Reddito di autonomia: Strumento non assistenzialistico proposto da Caritas Lombardia per sostenere economicamente le famiglie indigenti aiutandole a investire nel proprio potenziale umano. La misura sarebbe rivolta alle famiglie con figli a fronte dell’adesione ad un programma di inclusione socio-economica. Tale programma rappresenta un patto vincolante tra chi eroga e chi beneficia del sostegno; la violazione del patto implica l’interruzione del trasferimento. L’investimento richiesto riguarda non il singolo ma l’intero nucleo familiare: il patto prevede, ad esempio, l’obbligo di iscrizione dei bambini alla scuola materna e la frequenza scolastica per i figli minori fino all’età dell’obbligo.

Perequazione: La funzione perequativa, nel sistema di Welfare, spetta allo Stato centrale al fine di tutelare diritti di tutti i cittadini a fronte delle differenze nella capacita impositiva e fiscale delle Regioni, che determinano livelli diversi di prestazione nei sistemi di Welfare locale, e rischiano cosi di segnare negativamente i diritti sociali dei cittadini delle Regioni più povere. Lo Stato opera attraverso redistribuzione di finanziamenti, come accade per il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e per il Fondo Sanitario Nazionale. La battaglia politica attorno ai poteri e alle scelte di perequazione del governo centrale e connessa alle diverse accezioni di devolution/ federalismo.

Povertà assoluta: Determinata sulla base di un paniere di beni e servizi ritenuti indispensabili per una famiglia. Misura le condizioni di famiglie particolarmente povere. E un criterio utilizzato dalle Nazioni Unite e da altre agenzie internazionali. Presenta tuttavia alcuni problemi, quali la definizione dei bisogni minimi. Nella definizione fornita dalla Banca Mondiale per povertà assoluta si intende una condizione di vita cosi precaria da impedire di realizzare sviluppare il pieno potenziale del patrimonio genetico presente alla nascita. La povertà può essere vinta riconoscendo e garantendo senza discriminazione alcuna i diritti universali espressi nella Dichiarazione del 1948. Il rapporto tra il numero di famiglie con spesa media mensile per consumi pari o al di sotto della soglia di povertà e il totale delle famiglie residenti misura l’incidenza della povertà assoluta. Misurando invece quanto la spesa media delle famiglie definite povere e al di sotto della soglia di povertà si ottiene l’indicatore di intensità della povertà assoluta.

Povertà relativa: La povertà relativa e misurata rispetto al tenore di vita di cui gode la maggior parte delle persone nella stessa area, e pertanto varia da una regione all’altra. L’Unione Europea utilizza una definizione relativa per misurare la povertà, ovvero considera la quota di persone con un reddito disponibile inferiore al 60% della mediana nazionale.
Questa riflette la definizione di povertà adottata dai Paesi europei, che considerano povero un soggetto ≪le cui risorse sono insufficienti in misura tale da impedirgli un livello di vita considerato accettabile nella società in cui vive≫.

Privazione materiale: La privazione materiale e la situazione nella quale le persone sono private dei beni e dei servizi considerati necessari per una qualità della vita dignitosa nel Paese in cui vivono, ovvero si trovano in gravi ristrettezze economiche, non possono permettersi beni durevoli di base, vivono in condizioni abitative disagiate o non possono partecipare alla vita sociale (attività del tempo libero, vacanze). Le misurazioni della privazione materiale offrono una prospettiva della povertà complementare a quella fornita dalle tradizionali misurazioni del reddito.

Reddito disponibile equivalente: Il reddito disponibile equivalente e definito sulla base del reddito familiare totale, comprensivo di qualunque entrata (redditi da lavoro o capitale, trasferimenti in natura, trasferimenti da altre famiglie), al netto delle tasse e dei contributi per tutti i membri della famiglia. Questo reddito familiare complessivo disponibile viene poi suddiviso per la “grandezza equivalente” della famiglia, per tenere conto delle differenze esistenti nella grandezza e nella composizione delle famiglie.

Rischio di povertà: Sono considerate a rischio di povertà le persone che vivono con un reddito disponibile equivalente inferiore al 60% del reddito mediano nazionale. Nell’’Unione Europea, infatti, un reddito simile e considerato insufficiente a mantenere un tenore di vita decoroso. Se le persone al di sotto della soglia del 60% stiano effettivamente vivendo una situazione di povertà dipende da molti fattori, compresa la pertinenza della soglia, il lasso di tempo da cui si sta percependo questo reddito relativamente basso o il possesso e l’uso di altri beni, soprattutto la casa.

Senza fissa dimora: L’espressione si riferisce alle persone prive di un alloggio fisso, stabile o dignitoso, spesso come conseguenza di numerosi fattori sociali, tra cui la non imponibilità di una sistemazione decorosa o l’impossibilita di permettersela, la povertà, la disoccupazione, la malattia mentale, l’abuso di sostanze stupefacenti, l’impossibilita di accedere ai servizi necessari, la violenza domestica e i cambiamenti nell’’assistenza pubblica. Oltre alle persone che vivono per strada e a quelle temporaneamente ospitate da amici o familiari, chi e senza fissa dimora vive principalmente in alloggi collettivi, come i rifugi
per senzatetto.

: Una famiglia e considerata sovraindebitata quando e spinta al di sotto della soglia povertà dagli impegni di pagamento, ha arretrati strutturali relativi ad almeno un impegno finanziario (crediti e bollette), considera la sua capacita di pagamento “difficile” e non e in grado di far fronte alle spese impreviste. Il sovra indebitamento può essere conseguenza di un reddito basso, di crisi finanziarie, di prestiti eccessivi o di una cattiva gestione del denaro

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