Non fermare la riforma – Editoriale

scritto da Redazione il 29 December 2016 in 24 - Non fermare la riforma and Editoriali con commenta

L’Italia sembrava finalmente avviata verso l’adozione di una misura strutturale e universale di supporto al reddito. Il Reddito di inclusione (Rei), così è stato denominato nel Disegno di legge delega approvato nel luglio scorso alla Camera e ora all’esame della commissione Lavoro del Senato, non è ancora il Reddito di inclusione sociale (Reis) chiesto dall’Alleanza contro la povertà, ma segnerebbe comunque un cambiamento di rotta. Per la prima volta, infatti, chiunque in Italia si trovi in condizioni di povertà assoluta potrebbe accedere a uno strumento di sostegno socio-economico, nel senso che oltre al sussidio è prevista una rete di supporto costruita attraverso la complementarità interdisciplinare dei soggetti pubblici e del privato sociale. Un progetto pluriennale che in qualche anno dovrebbe contribuire alla costruzione di un nuovo Welfare rivolto ai più deboli, non più rinviabile in un Paese dove il numero di poveri assoluti è quasi triplicato durante la crisi economica raggiungendo i 4,6 milioni e dove oltre un quarto della popolazione è a rischio di povertà.

Purtroppo, però, sulla realizzazione del Rei il condizionale è d’obbligo, dal momento che la crisi politica in corso rischia di far passare ancora una volta in secondo piano il grave e urgente problema della povertà, mentre si attende di sapere cosa intende fare al proposito il “nuovo” governo.

Non va molto meglio a livello europeo, dove dopo anni di costante aumento le stime sulla povertà segnalano una stabilizzazione, ma su livelli troppo elevati: circa 119 milioni di persone a rischio povertà, cioè quasi un cittadino su quattro, con povertà ed emarginazione sociale cresciute nella maggior parte dei Paesi dell’UE durante questi anni di crisi. La spesa sociale, sostengono la Rete europea anti-povertà e Caritas Europa, dovrebbe essere considerata un investimento e non un costo, ma la miopia politica continua a ignorarlo.

 

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