“Nondisolopane” la mensa sociale di Arona

scritto da Redazione il 20 December 2012 in 9 - In relazione and Buone pratiche and Esperienze e territorio con commenta

Creare una mensa sociale per rispondere ai bisogni delle persone in situazione di difficoltà economica ma anche perché diventi il contesto di socializzazione e integrazione fra diverse fasce della popolazione, in differenti condizioni economiche e appartenenti a diverse età. Un progetto che intende cioè sperimentare la possibilità di rispondere al crescente impoverimento promuovendo sia un’azione diretta e immediata (offrire pasti e supporto a chi si trova in povertà) sia di lungo periodo (promuovere il volontariato giovanile e un’esperienza di integrazione e coesione sociale).
Su queste basi e con questi obiettivi è nato nel novembre 2011 ad Arona il progetto “Nondisolopane”, iniziativa che ha preso forma grazie all’incontro di due esperienze: il centro giovanile di Arona Meltin’Pop, che lavora per la promozione della partecipazione giovanile, e il gruppo di associazioni di volontariato dell’aronese che si occupa da anni delle fasce deboli della popolazione e che si riconosce attorno alla definizione di Arona solidale. «Un’iniziativa sperimentale avviata per sensibilizzare la comunità ad un problema che in questo momento sembra non essere adeguatamente considerato, ma che viene invece rilevato dall’osservazione effettuata sul territorio dalla Caritas, dal Centro Stranieri e dai gruppi parrocchiali: l’aumento notevole delle richieste di sostegno economico oltre le fasce tradizionalmente destinatarie dei servizi offerti da questi enti e queste organizzazioni» spiegano i promotori del progetto, sottolineando come la finalità principale sia quella di «affrontare il problema della fragilità economica e relazionale come problema della comunità aronese: facendo emergere il bisogno e coinvolgendo i cittadini, in particolare i giovani».

Come funziona “Nondisolopane”
Il servizio di ristorazione solidale aronese è attivo tre volte la settimana e si sviluppa secondo alcune «fasi connesse fra loro e ognuna indispensabile», spiegano le organizzazioni che danno vita all’iniziativa:
– Innanzitutto il recupero delle derrate alimentari, sia attraverso la collaborazione con il Banco Alimentare di Novara sia mediante la raccolta del fresco nei supermercati convenzionati con il Centro d’ascolto Caritas. Il recupero è affidato settimanalmente ai volontari dell’associazione Gli Amici del Lago.
– C’è poi il sistema di accesso al servizio, così organizzato: ogni destinatario possiede una tessera mensile con una foto e l’indicazione dei pasti a cui ha diritto, tessera che è vidimata al momento dell’ingresso; l’accesso è subordinato ad un colloquio con i volontari del Centro d’ascolto, i quali mensilmente verificano l’efficacia dell’inserimento e valutano la continuazione o la sospensione del servizio per ogni singolo destinatario/nucleo familiare in base al progetto sviluppato con la persona/ famiglia presa in carico. Il Centro d’ascolto predispone quindi un registro degli iscritti al servizio in modo da comunicare tempestivamente le informazioni al gruppo di volontari presso la mensa, i quali devono controllare la presenza dei documenti e la loro validità. I volontari del Centro d’ascolto mantengono inoltre i rapporti con i servizi sociali della città, secondo una prassi già consolidata di collaborazione, e svolgono un’attività di orientamento all’accesso. ai servizi della città con il supporto dei responsabili del Centro d’ascolto Caritas. Va sottolineato anche l’aspetto relazionale del ruolo svolto dai volontari, che consiste nel consumare il pasto e conversare con i fruitori della mensa, offrendo così un ascolto non giudicante e la possibilità di trovare uno spazio di libera espressione.
– Infine il coordinamento e la formazione, che rappresentano una fase trasversale alle precedenti e indispensabile per mantenere una continuità nella presenza dei volontari, nonché la loro motivazione e soddisfazione rispetto al servizio svolto. I responsabili del Centro d’ascolto si occupano così di svolgere un breve corso formativo per mettere i volontari nelle condizioni di conoscere e utilizzare gli strumenti utili all’accoglienza.

Bilancio del primo anno e prospettive
I promotori della mensa sociale “Nondisolopane” hanno tracciato un bilancio del primo anno di attività, fornendo alcuni numeri significativi.
Sono state accolte oltre 100 persone e 90 di esse hanno attualmente diritto di accesso al servizio. I pasti donati sono stati 5200 e 1200 quelli erogati con contributo. Hanno partecipato attivamente 14 tra organizzazioni, associazioni, gruppi formali e informali della città e oltre 70 volontari, 3 lavoratori e 3 collaboratori con borse lavoro e tirocini. Inoltre, moltissimi cittadini e commercianti di Arona e dei paesi limitrofi hanno contribuito donando materie prime e materiali per le piccole riparazioni. Le organizzazioni che danno vita al progetto si prefiggono poi alcune priorità per proseguire positivamente l’attività: restare aperti al contributo di tutti, in termini di tempo, energie, idee e denaro; migliorare ed estendere il servizio mensa; realizzare una raccolta fondi attraverso eventi, cene, spettacoli o altro organizzati da ogni partner del progetto; partecipare a bandi e chiedere a fondazioni ed enti benefici un supporto economico diretto e finalizzato a voci specifiche del budget; migliorare il coordinamento con gli enti di raccolta alimentare e aumentare le donazioni delle materie prime. E poi continuare a “fare rete” per affrontare i problemi sociali del territorio, come sostengono i promotori del progetto: «Si intende proseguire a promuovere pensiero, riflessione e incontri su come sviluppare nuove forme di risposta comune ai problemi. “Nondisolopane”, in un anno, ha dimostrato che volontariato e impresa sociale possono affrontare insieme problemi emergenti, dando risposte e sviluppando un metodo di lavoro comune».

Informazioni:
www.facebook.com/Nondisolopane
info@meltinpop.it

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