Primi passi contro la povertà – Editoriale

scritto da Redazione il 29 February 2016 in 21 - Primi passi contro la povertà con commenta

Forse i responsabili di governo italiani si sono resi conto della necessità di interventi strutturali per contrastare la povertà in Italia. E se ciò è
avvenuto, grande merito va dato all’Alleanza contro la povertà che molto si è impegnata in questo senso. Negli ultimi mesi, infatti, il governo italiano ha adottato alcuni provvedimenti che segnano un cambiamento rispetto al passato in materia di lotta alla povertà. Probabilmente non si tratta ancora di quel «cambiamento radicale» annunciato dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, perché al di là delle buone intenzioni poi l’attuazione delle nuove misure è limitata da problemi finanziari e organizzativi, ma alcuni elementi di novità sono evidenti. Su tutti l’introduzione di una misura strutturale a livello nazionale e il passaggio da semplici trasferimenti monetari alla costruzione di percorsi di inclusione attiva. I limiti, come sottolinea l’Alleanza, riguardano entrambi questi elementi di novità nella loro realizzazione: date le insufficienti risorse nanziarie previste la misura sarà sì strutturale ma non universalistica, nel senso che ne potrà beneficiare solo il 30% circa degli oltre 4 milioni di persone in povertà in Italia; per la stessa ragione si prevede alquanto difficoltosa anche la costruzione dei percorsi di inclusione attiva, che dipendono dalla stretta collaborazione tra tutti i soggetti pubblici e privati che operano sul territorio. Mentre infatti per il 2016 i fondi previsti dal governo sono sostanzialmente quelli ipotizzati dall’Alleanza, a partire dal 2017 non sono previsti gli incrementi necessari per giungere alla realizzazione del Reddito di inclusione sociale. «Non interrompiamo il cammino verso il nuovo Welfare» che sembrava essere iniziato con la Legge di stabilità, avvertono i membri dell’Alleanza. Se non si dotano le realtà del Welfare locale degli strumenti adeguati per costruire le strategie di inclusione, il cambiamento sarà infatti relativo e si continuerà a chiedere al volontariato di sopperire alle carenze del sistema pubblico.

 

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