Quale volontariato?

scritto da Redazione il 15 April 2011 in 3 - Quale volontariato? con commenta

Nelle vostre mani il terzo numero di “puntidivistaâ€, che esce in prossimità della Giornata Caritas “Vino nuovo in otri nuovi. Volontari: energia per il Cantiere chiamato Domani†e che indaga sulle sfide lanciate dal volontariato e al volontariato in questo tempo complesso.
Siamo alla primavera di un nuovo anno, cogliamo pertanto l’occasione per fare memoria del nostro percorso.
Nel primo numero di “puntidivista†(marzo 2010) vi abbiamo invitato a varcare le Soglie di povertà, a guardare cioè con occhi più attenti ciò che capita intorno a noi e a scoprire che le nostre lenti per guardare la povertà vanno ripulite.
Il 2010 è stato l’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale: nonostante l’Europa sia una delle regioni più ricche al mondo quasi il 20% della popolazione non riesce a soddisfare le necessità primarie. Inoltre, con la crisi che ha investito le persone “normaliâ€, milioni di famiglie si sono viste scompaginare il quotidiano e il futuro.
A ottobre dello scorso anno abbiamo invece dedicato il secondo numero della nostra rivista alla Responsabilità generativa, una locuzione nuova di zecca per dirci che la postura verso ciò che ci attraversa può essere cambiata. Non basta guardare i problemi, non basta gridare “al lupo al lupoâ€, non basta invocare il cambiamento, occorre assumersi una responsabilità nuova, generativa appunto, a partire da dove ciascuno di noi è, a partire da ciò che ciascuno di noi sta facendo: «Tornare alla responsabilità come cifra del nostro agire e prospettiva del futuro» scriveva Pierluigi Dovis.
L’Europa dedica il 2011 al volontariato: un anno intero di attenzioni per celebrare il volontariato che rinsalda i legami sociali, per facilitare il lavoro dei volontari e per incoraggiare altri ad impegnarsi al loro fianco. Abbiamo quindi dedicato il nostro terzo numero a questo tema, intitolandolo Quale volontariato? Per dire che il volontariato non costruisce solo risposte ma interroga e interpella una società sulla qualità delle sue relazioni, a tutto tondo.
Da questo numero trovate una nuova rubrica (pag. 19), quella in cui il direttore di Caritas Torino risponde ad alcune lettere: questa volta abbiamo scelto lettere inviate da due volontari. Nella pagina precedente (pag. 18), lo stesso direttore esprime la sua opinione, il suo punto di vista, sul volontariato, delineando strade su cui incamminarci.
Anche in questo numero non mancano dati e informazioni sul tema scelto: nelle prime pagine abbiamo cercato di fare il punto della situazione sul volontariato in Europa, in Italia e in Piemonte, utilizzando come fonti i più recenti studi e ricerche (pagine 3-8).
Avrete già capito dai precedenti lavori dell’Osservatorio che non consideriamo però sufficienti i dati, per questo ci siamo messi di nuovo in ascolto: la Caritasdiocesana ha incontrato le diverse anime che abitano la città per un confronto sul tema del volontariato, chiedendo loro fatiche e prospettive (pag. 12). Noi dell’Osservatorio abbiamo analizzato i risultati e costruito le condizioni per il discernimento: troverete infatti sintesi di una lunga intervista all’economista Luigino Bruni (pag. 14) che apre le prospettive per un vivere e un convivere che abbia sapore di futuro.
Vino nuovo in otri nuovi: come rinsaldare e rinnovare la motivazione dell’essere volontario? Lo abbiamo chiesto a don Giovanni Perini, teologo e direttore Caritas di Biella, ormai ospite fisso nella nostra rivista. Le sue sollecitazioni sono da noi presentate dentro la cornice del Metodo Caritas, cui abbiamo dedicato le due pagine centrali della rivista (pagine 10-11).
Trovate poi, come in ogni numero, un glossario (pag. 9) e alcune significative esperienze (pag. 16), oltre al Piano generale di progettualità innovativa elaborato dalla Caritas diocesana di Torino (pag. 20).

 Perché questa rivista
Non vi abbiamo mai raccontato perché questa rivista è stata pensata, lo facciamo ora dopo che l’avete conosciuta e un po’ assaporata.
“puntidivista†è una scommessa assunta dalla Caritas diocesana di Torino: creare una rivista che renda “avvicinabili†i temi contenuti nei Rapporti di ricerca dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse. “puntidivista†è pensata come il braccio “divulgativo†dell’Osservatorio perché ci siamo resi conto che ben pochi si inoltrano nella lettura di un report sociologico o pedagogico che il più delle volte, per essere scientificamente fondato, è composto di pagine e pagine di parole.
Eppure quelle parole desiderano rendere conto di un ascolto della realtà attento e scrupoloso, al fine di mettere in moto il pensiero e rendere nuovo e fecondo l’agire. Siamo coscienti che le tante parole disincentivano la vicinanza e l’attenzione. E allora abbiamo pensato di dare vita a una rivista, che abbia lo stesso rigore scientifico di una ricerca, lo stesso spessore concettuale di una riflessione profonda ma al tempo stesso sia più fruibile, più sintetica, con un linguaggio facilitante ma non banale. Non banale. Facilitante ma non facile, ci teniamo a sottolinearlo.
Una rivista che inviti ad andare oltre, che inviti a pensare perché questo è il compito dell’Osservatorio sulle Povertà e sulle Risorse.

Osservatorio: uno “strumento dinamicoâ€
L’esperienza del nostro Osservatorio è giovane, infatti è nato poco più di 5 anni fa, ma il suo significato è ricco di storia ecclesiale.
È stato sognato molti anni prima: la prima idea è stata formulata da una Commissione di studio impegnata nell’ambito del secondo Convegno ecclesiale nazionale tenutosi a Loreto nel 1985.La Chiesasi era resa conto di non avere strumenti adatti per conoscere e interpretare i cambiamenti in atto.
Era forte il bisogno di comprendere i fenomeni sociali per definire azioni pastorali attente e adeguate alla realtà. L’Osservatorio allora viene pensato come strumento pastorale promosso da ciascuna Diocesi, non come struttura della Caritas, per sottolineare le connessioni tra catechesi, sacramenti e azione caritativa. Da questa idea iniziale e dai percorsi realizzati in quegli anni in diverse parti d’Italia, viene consolidata l’ipotesi della costruzione di uno “strumento dinamico†in grado di cogliere i fenomeni in atto che nelle società complesse sono sempre più mutevoli, imprendibili e di difficile comprensione.
La Diocesidi Torino ha atteso prima di avviare l’Osservatorio ma poi sul finire del 2005, su sollecitazione di Caritas Italiana – che si è messa in ascolto dei grandi mutamenti in atto nelle aree urbane italiane – ha deciso di avviarlo su iniziativa della Caritas diocesana per dare profondità e slancio alla propria opera di animazione.
L’Osservatorio torinese ha fatto propria l’indicazione alla dinamicità ed è diventato strumento pedagogico e sociale per conoscere e produrre azione, per rileggere l’esperienza, per riformulare le conoscenze al fine di migliorare l’agire.
Non abbiamo mai pensato infatti di realizzare immobili fotografie della realtà, ci interessa invece costruire bussole affinché si possano intraprendere percorsi pastorali e allestire motrici per mobilitare le comunità ecclesiali e la società civile.

Un progetto in evoluzione
La nascita di “puntidivista†non significa che non realizzeremo più Rapporti di ricerca (infatti ne abbiamo in programma uno per il prossimo anno), significa solo che abbiamo scelto di alternare ricerche corpose (di solito i nostri Rapporti richiedono un anno di lavoro) ed esplorazioni tematiche più limitate ma non superficiali. “puntidivista†inoltre ci permette di svolgere meglio la funzione pedagogica tipica di Caritas, infatti dal nostro nascere abbiamo abbinato alla rivista dvd e strumenti multimediali (che da questo numero troverete direttamente sul sito web di Caritas) che possano essere utilizzati direttamente dalle Parrocchie e dai gruppi per svolgere il loro compito animativo. Siamo stati davvero contenti di scoprire che stanno utilizzando i nostri dvd a Bruxelles in Caritas Europa e in diverse Caritas d’Italia!
Quest’anno “puntidivista†si fa in tre per voi: abbiamo cercato nuove forme grafiche e nuovi linguaggi e al contempo abbiamo deciso di portare le uscite della rivista da due a tre, in questo modo la nostra rivista sarà quadrimestrale: troverete un nuovo numero a fine maggio e il terzo a ottobre. Siamo in movimento, stiamo cercando forme per essere sempre più vicini ai bisogni delle comunità, pertanto la versione di questo numero non sarà replicata esattamente nel prossimo. Ci siamo presi ancora questo anno per sperimentare e per farci conoscere, per questo motivo ci piacerebbe che ci arrivassero i vostri suggerimenti (potete scrivere a osservatorio@diocesi.torino.it).
Buona lettura, ci auguriamo che ciò che troverete possa essere vicino a voi che quotidianamente lavorate per una società più vera, più bella e più giusta.

 

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