- puntidivistafactory.eu - http://www.puntidivistafactory.eu -

Riproposto il reddito di inclusione sociale

Posted By Redazione On 30/01/2015 @ 16:30 In 13 - Allearsi contro la povertà,Proposte | No Comments

Proposta REIS [1]Cosa può fare, oggi in Italia, chi vive in condizioni di povertà assoluta? Chiedere aiuto ai servizi pubblici locali – con limitate possibilità di risposta dati i ripetuti tagli – oppure alle tante realtà non profit impegnate nel territorio, a conoscenti o ad altri. Nella maggior parte dei casi, però, chi sperimenta questa condizione se la deve cavare da solo, questo perché l’Italia (unica in Europa insieme alla Grecia) è priva di una misura nazionale di sostegno al reddito, cioè, come avviene in linea di massima negli altri Paesi, di un contributo economico per affrontare le spese primarie accompagnato da servizi alla persona (sociali, educativi, per l’impiego) che servono a cercare di uscire dalla povertà. Alla base c’è un patto di cittadinanza tra lo Stato e il cittadino in difficoltà: chi è in povertà assoluta ha diritto al sostegno pubblico e il dovere d’impegnarsi a compiere ogni azione utile a superare tale situazione.

Partendo dalla considerazione che le risposte attualmente in campo in Italia contro la povertà assoluta sono «del tutto inadeguate» e che si rende quindi necessario un intervento pubblico, le organizzazioni che compongono l’Alleanza contro la povertà in Italia [2]  ritengono che il 2015 debba essere l’anno di avvio di un Piano Nazionale contro la povertà. Di durata pluriennale, questo Piano deve contenere le indicazioni concrete affinché «venga gradualmente introdotta una misura nazionale, rivolta a tutte le persone e le famiglie in povertà assoluta, che si basi su una logica non meramente assistenziale ma che sostenga un atteggiamento attivo dei soggetti beneficiari dell’intervento». Si tratta quindi di attivare un Reddito d’Inclusione Sociale (Reis), misura cardine di un Piano nazionale per il quale l’Alleanza ritiene sia necessario impegnare da subito risorse adeguate «e non limitarsi a risorse destinate a strumenti che rispondono a logiche emergenziali, senza definire un quadro organico di interventi».

 

Com’è nata la nuova  proposta di Reis

Nel luglio 2013, Acli [3] e Caritas [4] avevano presentato una versione del Reis, invitando gli attori a vario titolo interessati alla lotta contro l’esclusione sociale in Italia ad unire le forze per promuovere politiche adeguate, ancora assenti. L’invito fu accolto da tutti gli attuali aderenti all’Alleanza contro la povertà in Italia, che partendo da quella proposta di Reis hanno dato vita a un percorso comune di confronto ed elaborazione. Nell’autunno 2013 il gruppo scientifico (composto da studiosi e consulenti esperti di lotta alla povertà) e il gruppo tecnico (formato da referenti degli aderenti all’Alleanza) hanno avviato un lavoro congiunto per arrivare nel settembre 2014 a definire una nuova versione del Reis, che migliora sostanzialmente la precedente.

Il lavoro svolto si è basato su alcuni principi metodologici di fondo, condivisi da tutti gli aderenti all’Alleanza: l’incontro tra metodo scientifico e pratica quotidiana, per evitare di «produrre analisi rigorose slegate dalla realtà oppure utili spunti concreti non esaminati in modo rigoroso»; la valorizzazione dell’esperienza, con il riesame delle precedenti politiche realizzate in Italia e in Europa e la disamina dell’esperienza concreta degli aderenti all’Alleanza; il confronto tra posizioni differenti, che ha determinato uno sforzo di sintesi importante perché consente di presentare una proposta già condivisa da numerosi tra i principali soggetti sociali del Paese.

 

Cos’è il Reis

Secondo la proposta dell’Alleanza, il Reis assicura a chiunque sia caduto in povertà un insieme di risorse adeguate a raggiungere una condizione materiale dignitosa e – dove possibile e/o necessario – a progettare percorsi d’inserimento sociale o lavorativo. Si rivolge a tutte le famiglie in povertà assoluta e a tutti i cittadini in difficoltà, compresi gli stranieri residenti regolarmente in territorio italiano da almeno 12 mesi, secondo il principio dell’universalismo.

Ogni nucleo riceve mensilmente una somma pari alla differenza tra la soglia di povertà e il proprio reddito, sulla base del principio dell’adeguatezza: nessuno è più privo delle risorse necessarie a raggiungere un livello di vita “minimamente accettabile”. Insieme al contributo monetario i beneficiari del Reis – quando consono e necessario – ricevono servizi sociali, socio-sanitari, socio-educativi o educativi. Il principio guida risiede nell’inserimento sociale: dare alle persone l’opportunità di costruire percorsi che – nei limiti del possibile – permettano di uscire dalla condizione di marginalità.

Il Reis è gestito a livello locale con un impegno condiviso, innanzitutto, da Comuni e Terzo Settore: i primi hanno la responsabilità della regia complessiva mentre il Terzo Settore co-progetta insieme a loro, esprimendo le competenze in tutte le fasi dell’intervento. Anche altri soggetti svolgono un ruolo centrale, a partire da quelli dedicati a formazione e lavoro, secondo il principio-guida della partnership: solo un’alleanza tra attori pubblici e privati a livello locale permette di affrontare con successo il nodo povertà.

 Cosa non è il Reis

La proposta dell’Alleanza contro la povertà sottolinea che il Reis è rivolto a tutte le famiglie che vivono in povertà assoluta e risulta quindi nettamente distinto dagli interventi necessari contro l’impoverimento di chi si trova al di sopra della soglia ma, senza adeguate risposte, è destinato a cadere nell’indigenza. Così come, osserva l’Alleanza, il Reis è separato chiaramente dalle ulteriori riforme delle quali avrebbe bisogno il Welfare italiano: azioni auspicate dalla metà degli anni Novanta e realizzate in quasi tutti i Paesi europei, concernenti gli ammortizzatori sociali, i servizi alla prima infanzia, il fisco a sostegno delle famiglie con figli e gli interventi per le persone non autosufficienti (disabili e anziani).

Peraltro, sostiene l’Alleanza, potenziare le altre aree della protezione sociale permetterebbe anche di “proteggere” il Reis. Si rischia, infatti, che la sua introduzione risulti l’unica risposta di rilievo messa in campo, in questa fase, dal sistema pubblico a favore delle persone più fragili. Se così fosse, sul Reddito d’Inclusione Sociale si riverserebbero anche le tante domande di tutele originate da situazioni diverse dalla povertà assoluta (ad esempio il costo dei figli, la disoccupazione, la non autosufficienza). Ciò si verificherebbe, in particolare, nei territori dove il tessuto socio-economico è più debole e contemporaneamente la presenza di servizi è maggiormente carente. Il Reis, però, non può per sua natura soddisfare tali domande.

 

Costo del Reis e volontà politica

A regime la spesa pubblica annuale aggiuntiva per il Reis deriva dalla somma di tre voci: i contributi economici, i servizi alla persona, il monitoraggio e la valutazione. Sommando le diverse voci, la spesa pubblica annua aggiuntiva a regime (dopo 4 anni) per il Reis ammonterebbe a circa 7,1 miliardi di euro, circa 1,7 miliardi aggiuntivi richiesti in ogni annualità del Piano previsto per la sua introduzione graduale. Secondo la proposta dell’Alleanza, 7,1 miliardi di euro rappresentano la soglia minima di spesa per una misura che preveda importi monetari adeguati ad un’esistenza dignitosa e una significativa presenza di servizi alla persona.

Si osserva inoltre come 7,1 miliardi equivalgano a poco più dell’1% della spesa primaria corrente italiana, «una quota indubbiamente contenuta» secondo l’Alleanza che ricorda anche la flessibilità del bilancio pubblico: «Nel periodo 2008-2013 con le varie manovre finanziarie sono stati movimentati 56,5 miliardi tra maggiori e minori entrate e 67,1 miliardi tra maggiori e minori uscite. In totale, dunque, sono stati spostati 123,6 miliardi. Il confronto tra questo valore complessivo, così come la sua scomposizione in annualità, e i 7,1 miliardi necessari a regime per il Reis aiuta a precisare ulteriormente la portata dello sforzo richiesto dalla riforma proposta». Decidere d’introdurre il Reis in un quadro di risorse pubbliche scarse significherebbe farne una priorità, sostiene l’Alleanza, questione cioè essenzialmente politica: «Le domande di interventi sono tante e le risorse limitate, pertanto chi governa definisce le priorità per la collettività. Il nocciolo, dunque, sono le decisioni riguardanti l’obiettivo (la lotta alla povertà) e non gli strumenti (le strategie di finanziamento)».

Approfondisci [5]

Res in sintesi - ok [6]

 

Indicazioni Reis ok [7]

 

L’alleanza contro la povertà in talia

Soggetti Fondatori: Acli [8], Action Aid [9], Anci [10], Azione Cattolica Italiana [11], Caritas Italiana [12], Cgil [13]-Cisl [14]-Uil [15], Cnca [16], Comunità di Sant’Egidio [17], Confcooperative [18], Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome [19], Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli Consiglio Nazionale Italiano – ONLUS [20], Fio-PSD [21], Fondazione Banco Alimentare ONLUS [22], Forum Nazionale del Terzo Settore [23], Jesuit Social Network [24], Legautonomie [25], Save the Children [26], Umanità Nuova-Movimento dei Focolar [27]i.

Soggetti Aderenti: Adiconsum [28], Associazione Professione in Famiglia [29], ATD Quarto Mondo, [30] Banco Farmaceutico [31], Cilap EAPN Italia [32], CSVnet – Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato [33], Federazione SCS [34], Fondazione Banco delle Opere di Carità Onlus, [35] Fondazione ÉBBENE [36], Piccola Opera della Divina Provvidenza del Don Orione [37], U.N.I.T.A.L.S.I. – Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali. [38]

Il piano nazionale contro la povertà

  • Il Reis viene introdotto gradualmente, attraverso un percorso quadriennale.
  • Sin dall’inizio il legislatore assume precisi impegni riguardanti il punto di arrivo del Piano e le sue tappe intermedie (gradualismo in un orizzonte definito).
  • Ogni anno la spesa pubblica dedicata aumenta rispetto al precedente.
  • L’utenza si allarga progressivamente, partendo da chi è in condizioni di povertà più grave.
  • Vengono valorizzati gli interventi contro il disagio già esistenti nei vari contesti locali.
  • Infrastruttura nazionale per il Welfare locale: lo Stato, insieme alle Regioni, fornisce ai soggetti impegnati contro la povertà nel territorio un insieme di strumenti per metterli in condizione di fornire il Reis al meglio.

 


Article printed from puntidivistafactory.eu: http://www.puntidivistafactory.eu

URL to article: http://www.puntidivistafactory.eu/riproposto-il-reddito-di-inclusione-sociale/

URLs in this post:

[1] Image: http://www.puntidivistafactory.eu/wp-content/uploads/2015/01/Proposta-REIS.jpg

[2] Alleanza contro la povertà in Italia: http://www.redditoinclusione.it/il-patto-aperto-contro-la-poverta/

[3] Acli: http://www.acli.it/le-notizie/news-nazionali/8343-nasce-l-alleanza-contro-la-poverta-in-italia#.VMtm3WiG8dc

[4] Caritas: http://www.caritasitaliana.it/pls/caritasitaliana/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=5136

[5] Approfondisci: http://www.redditoinclusione.it/

[6] Image: http://www.puntidivistafactory.eu/wp-content/uploads/2015/01/Res-in-sintesi-ok.jpg

[7] Image: http://www.puntidivistafactory.eu/wp-content/uploads/2015/01/Indicazioni-Reis-ok.jpg

[8] Acli: http://www.acli.it/le-notizie/news-nazionali/8343-nasce-l-alleanza-contro-la-poverta-in-italia

[9] Action Aid: http://www.actionaid.it/

[10] Anci: http://www.anci.it/

[11] Azione Cattolica Italiana: http://www2.azionecattolica.it/

[12] Caritas Italiana: http://www.caritasitaliana.it/

[13] Cgil: http://www.cgil.it/

[14] Cisl: http://www.cisl.it/

[15] Uil: http://www.uil.it/

[16] Cnca: http://www.cnca.it/

[17] Comunità di Sant’Egidio: http://www.santegidio.org/

[18] Confcooperative: http://www.confcoperative.it/

[19] Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome: http://www.regioni.it/

[20] Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli Consiglio Nazionale Italiano – ONLUS: http://www.sanvincenzoitalia.it/

[21] Fio-PSD: http://www.fiopsd.org/

[22] Fondazione Banco Alimentare ONLUS: http://www.bancoalimentare.it/

[23] Forum Nazionale del Terzo Settore: http://www.forumterzosettore.it/

[24] Jesuit Social Network: http://www.jsn.it/

[25] Legautonomie: http://www.legautonomie.it/

[26] Save the Children: http://www.savethechildren.it/

[27] Umanità Nuova-Movimento dei Focolar: http://www.focolare.org/movimento-dei-focolari/un-popolo/umanita-nuova/

[28] Adiconsum: http://www.adiconsum.it/

[29] Associazione Professione in Famiglia: http://www.professioneinfamiglia.it/category/news/

[30] ATD Quarto Mondo,: http://www.atd-quartomondo.it/

[31] Banco Farmaceutico: http://www.bancofarmaceutico.org/

[32] Cilap EAPN Italia: http://www.cilap.eu/

[33] CSVnet – Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato: http://www.csvnet.it/

[34] Federazione SCS: http://www.salesianiperilsociale.it/

[35] Fondazione Banco delle Opere di Carità Onlus,: http://www.bancodelleoperedicarita.org/

[36] Fondazione ÉBBENE: http://www.ebbene.it/

[37] Piccola Opera della Divina Provvidenza del Don Orione: http://www.donorione.org/

[38] U.N.I.T.A.L.S.I. – Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali.: http://www.unitalsi.info/

Copyright © 2012 puntidivistafactory.eu. Tutti i diritti riservati.