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Rischio povertà più elevato tra i minori

Posted By Redazione On 02/06/2013 @ 08:14 In 10 - Cerchiamo dimore,Notizie | No Comments

[1]Dal momento che le condizioni di vita nel periodo dell’infanzia influenzano in modo decisivo i percorsi di crescita e che l’aumento dei giovani nella popolazione senza dimora in Europa è quasi sempre collegato alla povertà familiare e infantile, non è incoraggiante il dato fornito nel febbraio scorso dall’Ufficio statistico europeo, Eurostat, secondo cui nell’Unione Europea il rischio di povertà o di esclusione sociale è più elevato tra i minori rispetto al resto della popolazione.

Nel 2011, infatti, nei 27 Stati membri il 27% dei bambini e ragazzi di età inferiore a 18 anni era a rischio di povertà o di esclusione sociale, rispetto al 24% degli adulti (età 18-64 anni) e al 21% degli anziani (65 anni e più).

Le persone considerate a rischio di povertà o di esclusione sociale sono quelle che si trovano almeno in una delle seguenti tre condizioni: povertà monetaria, con reddito familiare inferiore al 60% di quello nazionale medio; deprivazione materiale grave; intensità lavorativa familiare molto bassa. Ebbene, nella maggior parte dei Paesi dell’UE i minori sono più colpiti da almeno una delle tre forme di povertà o di esclusione sociale rispetto agli altri due gruppi di età. Esaminando poi i fattori che incidono sulla povertà infantile, lo studio di Eurostat ha evidenziato almeno due aspetti importanti. In tutti gli Stati membri, il rischio di povertà per i minori diminuisce quando il livello di istruzione dei genitori è elevato. Quasi la metà di tutti i minori i cui genitori hanno bassi livelli di istruzione (al massimo istruzione secondaria inferiore) erano a rischio di povertà nell’UE nel 2011, rispetto al 22% dei minori con genitori che hanno un livello medio di formazione (al massimo istruzione secondaria superiore) e al 7% dei minori con genitori aventi un elevato livello di istruzione (istruzione terziaria). Il secondo aspetto rilevato collega invece il rischio di povertà minorile alla condizione migrante dei genitori: nell’UE i minori con un background migrante, cioè con almeno uno dei genitori nato in un Paese diverso da quello di residenza attuale, risultano essere a maggior rischio di povertà monetaria rispetto a quelli con genitori originari del Paese di residenza. I dati 2011 evidenziano infatti un rischio di povertà che colpisce il 32% dei minori che vivono con almeno un genitore nato all’estero, rispetto al 18% dei minori con genitori autoctoni.

Il maggior rischio di povertà tra i minori ha allarmatola Commissione Europea, che promuovendo l’investimento sociale con un “pacchetto” di provvedimenti pubblicato nel febbraio scorso ha inserito una raccomandazione contro la povertà infantile, con la quale chiede ai governi dell’UE un «approccio integrato per gli investimenti sociali a misura di minori». «Siamo lieti di apprendere chela Commissioneha tenuto conto delle nostre analisi e preso spunto dalle raccomandazioni che abbiamo rivolto alle istituzioni europee negli ultimi mesi e anni per contrastare la povertà infantile» ha dichiarato Jorge Nuño-Mayer, segretario generale di Caritas Europa, sottolineando come ora spetti agli Stati membri implementare queste raccomandazioni.

In Europa ci sono oltre 20 milioni di minori a rischio di povertà, un numero aumentato con la crisi economica, osserva Caritas Europa rilevando che molti dei servizi essenziali per questi minori (salute pubblica, istruzione, servizi per l’infanzia) hanno subito tagli significativi da quando la crisi è cominciata. La perdita di posti di lavoro, inoltre, ha avuto finora gravi conseguenze sulle famiglie e i figli minori.

«I leader europei hanno mostrato una volontà politica senza precedenti quando hanno indirizzato miliardi di euro di denaro dei contribuenti per salvare banche e altre istituzioni dalla bancarotta. Al contrario, hanno finora fallito nel tradurre le dichiarazioni sulla povertà infantile in obiettivi coerenti, risorse, azioni e monitoraggio dei progressi. È necessario fissare obiettivi annuali nazionali per la riduzione della povertà infantile e monitorarli regolarmente, oltre a coinvolgere i finanziamenti dell’UE. L’eliminazione della povertà infantile in Europa è possibile – sostiene Caritas Europa – ma serve una reale volontà politica ». (E. P.)

http://epp.eurostat.ec.europa.eu


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