Scarp de’ tenis”: molto più di un giornale

scritto da Redazione il 1 June 2013 in 10 - Cerchiamo dimore and Buone pratiche and Esperienze e territorio con commenta

Dov’è Mario?» è scritto sopra all’immagine di una panchina su cui sono abbandonate alcune coperte, «Mario lavora per “Scarp”» si legge sull’immagine successiva dove un uomo con una pettorina rossa, Mario appunto, ha appena venduto una rivista a tre persone che la stanno leggendo. È la campagna abbonamenti della rivista “Scarp de’ tenis” e rappresenta bene il significato e il valore di un progetto che, in 17 anni, ha permesso a centinaia di persone senza dimora di intraprendere percorsi di reinserimento sociale e lavorativo.

Nato a Milano nel 1994 dall’intuizione di un pubblicitario, Pietro Greppi, che per dare un nome a questo giornale di strada si ispirò a una celebre canzone di Enzo Jannacci, il progetto fu subito sostenuto da Caritas Ambrosiana, dai sindacati milanesi e da alcune associazioni, per poi essere preso in carico dalla stessa Caritas nel 1996 affidandolo alla cooperativa “Oltre”. Dopo una prima diffusione in alcune altre grandi città quali Torino, Napoli e Genova, negli ultimi anni grazie a un progetto di Caritas Italiana si è esteso a livello nazionale in altre città (Catania, Como, Firenze, Modena, Palermo, Rimini, Salerno, Verona e Vicenza), mentre altri territori tramite le locali Caritas diocesane si apprestano a entrarvi (Bergamo, Brescia, Pescara e Piacenza).

 

Un progetto sociale
“Scarp de’ tenis” è un giornale, ma anche un progetto sociale. Protagonisti del quale sono le persone senza dimora, e altre persone in situazione di disagio personale o che soffrono forme di esclusione sociale. Il giornale, diffuso e in parte scritto da soggetti che conoscono o hanno conosciuto la vita di strada, i dormitori, l’esclusione, la difficoltà di un reinserimento sociale e lavorativo, intende dare loro un’occupazione e integrare il loro reddito. Per queste persone è dunque un’occasione di espressione, di affermazione della propria dignità, di lavoro, di integrazione del reddito, di ricostruzione delle capacità relazionali. Ma il progetto, spiegano dalla redazione centrale milanese, « intende in primo luogo accompagnarli nella riconquista dell’autostima, che consente di investire sul proprio futuro, e di un’effettiva dignità da cittadini: aiutandoli anzitutto a ottenere la residenza anagrafica, condizione per fruire di ogni altro diritto di cittadinanza e dei servizi sociali territoriali. E poi li sostiene nel cammino per ricostruirsi una casa, un lavoro, un buono stato di salute, una capacità di risparmio, relazioni con la famiglia e il territorio».

Il ricavato dell’attività editoriale è interamente destinato all’accompagnamento sociale delle persone senza dimora: ciascun venditore, regolarmente contrattualizzato, trattiene un euro dai tre del prezzo di copertina per ogni copia di giornale venduta, mentre l’editore si accolla gli oneri fiscali e contributivi. «Ciò che avanza, oltre a coprire le spese di produzione, serve a finanziare interventi di assistenza, cura e accompagnamento sociale rivolti ai venditori, realizzati anche grazie all’associazione “Amici di Scarp de’ tenis” e al lavoro di rete con i servizi sociali comunali e territoriali, della Caritas o di altri soggetti del terzo settore, che hanno in carico le persone in difficoltà» spiegano i coordinatori del progetto.

Esiste poi un forte legame tra i contenuti del giornale e il progetto sociale di cui è perno. “Scarp” si occupa dell’esperienza e della vita degli homeless, sforzandosi anche di offrire una lettura in positivo della realtà della strada, dalle forme di solidarietà che vi si manifestano alle espressioni culturali che essa suscita e ospita.

“Scarp” ha inoltre un forte legame anche con la realtà ecclesiale dei territori in cui è diffuso: non solo le parrocchie ne ospitano la vendita, ma esso da un lato si fa portatore di analisi, convinzioni e valori che scaturiscono dall’esperienza Caritas, d’altro canto si propone alle comunità cristiane come strumento di “alfabetizzazione” rispetto ai temi e ai problemi che contraddistinguono il mondo della grave emarginazione.

 

Alcuni numeri del progetto
Nel 2012 sono stati 105 i venditori che hanno lavorato per “Scarp” a livello nazionale (46 a Milano,11 a Napoli, il resto distribuiti nelle altre città). Alcuni sono a “Scarp” da più tempo, anche molti anni; altri sono entrati più recentemente.

Oltre ai venditori del giornale, nel 2012 altre persone (circa 70: almeno10 aMilano, circa 60 nelle altre città) hanno collaborato con poesie, racconti, testimonianze, articoli, fotografie e disegni, che vengono pubblicati sulla rivista. Si tratta sempre di persone in difficoltà, a cui è riconosciuto un compenso economico, sotto forma di diritti d’autore, oltre a un  supporto sociale.

Attualmente 2 venditori seguiti dalla redazione milanese abitano in alloggi gestiti dall’associazione “Amici di Scarp”, mentre altri venditori seguiti dalle varie sedi locali di “Scarp” hanno potuto lasciare dormitori e strutture di accoglienza, avendo raggiunto un grado di autonomia che consente loro di vivere in affitto, da soli o in convivenza, in un appartamento. Per quanto riguarda i percorsi di reinserimento lavorativo, nel2012 aMilano sono state avviate 5 borse lavoro per venditori di “Scarp” (di cui 2 terminate con un contratto di lavoro a tempo indeterminato; nel 2011 erano state 3, di cui 2 andate a buon fine), così come avvenuto e continua ad avvenire anche presso le altre sedi locali di tutta Italia.

Attraverso l’associazione “Amici di Scarp” poi, di cui sono soci i venditori del giornale, sono state svolte alcune attività saltuarie di volantinaggio, piccoli sgomberi e pulizie, che permettono, attraverso il pagamento con voucher, sia di assicurare piccoli guadagni sia, ad alcune persone da tempo fuori dal mondo del lavoro, di “misurarsi” con un’attività lavorativa, per quanto sporadica e non continuativa.

Il progetto comprende inoltre vari operatori con incarichi professionali impegnati nelle sedi di “Scarp”: nel 2012 erano40 intutta Italia (14 aMilano): giornalisti, operatori sociali (educatori, assistenti sociali), amministrativi.

Quanto alla diffusione, nel 2012 sono state distribuite quasi 150.000 copie della rivista a livello nazionale, tramite la vendita nelle parrocchie, in strada, in altri luoghi (mercati, supermercati, aziende, feste, eventi). Per quanto riguarda la copertura territoriale, il giornale è stato distribuito con periodicità variabili in 316 parrocchie della diocesi di Milano e ne ha  raggiunte circa 900 in tutta Italia.

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