Un progetto Caritas per formare nuovi cittadini

scritto da Redazione il 30 June 2016 in 23 - Sviluppo di comunità and Buone pratiche con commenta

Comunità che innovanoContribuire alla formazione di una nuova generazione di cittadini attivi nel sociale e capaci di trovare risposte ai bisogni sociali in un orizzonte di innovazione». In quest’ottica è stato elaborato un progetto pilota che, partendo da una dimensione piemontese promossa da S-NODI per le diocesi di Torino, Biella e Saluzzo, ha attirato l’interesse di altre Caritas diocesane del Nord, Centro e Sud Italia e si è integrato in una dimensione europea. Con un approccio sperimentale e partenariati volutamente flessibili, il progetto “Comunità che innovano” intende offrire una proposta educativa intensiva ad un gruppo di giovani durante gli anni degli studi universitari, per «valorizzarli e al contempo capacitarli ad un maggiore senso di responsabilità e impegno verso il benessere delle proprie comunità, a prescindere dall’orientamento professionale e dall’appartenenza di gruppo» dichiarano i promotori, spiegando come il progetto si collochi sotto il brend internazionale “Young Caritas” dove confluiscono molteplici proposte educative rivolte ai giovani da parte di diverse Caritas europee e alcune diocesi italiane.

Si tratta di un progetto nazionale attuato in rete da alcune Caritas diocesane, «il cui numero potrebbe anche aumentare» ma che ad oggi vede come partner Caritas Diocesana Torino/S-NODI, Caritas Fossano e Caritas Biella (Piemonte), Caritas Trieste (Friuli), Caritas Senigallia (Marche), Caritas Agrigento (Sicilia), Caritas Messina (Sicilia).

 

Obiettivi: networking e  sensibilizzazione dei giovani

Conoscere, valorizzare, formare nuovi cittadini a partire dalle comunità che innovano ha tra gli obiettivi la costruzione di nuove forme di networking, sia per alimentare possibilità e opportunità per le persone, sia per accrescere, sul piano collettivo, la sfera del bene comune. «Aspiriamo a far sì che queste iniziative possano inaugurare una nuova stagione di impegno per cittadini, operatori, istituzioni» sostengono i partner del progetto, che su tutti i territori interessati si pongono alcuni obiettivi prioritari:

  • Individuare o sostenere esperienze innovative di comunità locali che rispondono in modo efficace ai nuovi bisogni sociali, prendendosi cura del territorio.
  • Realizzare o sostenere azioni di networking che mettano in contatto le esperienze realizzate tra di loro e con possibili interlocutori: «Esperienze ormai consolidate, infatti, suggeriscono che questa è la strada per aggregare risorse ed energie che facciano crescere pensiero e azione dello sviluppo di comunità».
  • Sensibilizzare i giovani all’impegno e al coinvolgimento nella cura del territorio e della comunità: «Sta dentro questo macro-obiettivo l’avvicinamento dei giovani al mondo Caritas».
  • Disseminare il patrimonio di saperi ed esperienze accumulato con questo progetto (nelle diverse fasi) con l’obiettivo di formare una nuova cultura di impegno per lo sviluppo delle comunità locali.

 

Destinatari: i giovani,  le Caritas, i territori

I destinatari indiretti del progetto sono le Caritas diocesane coinvolte e i progetti territoriali in cui i giovani andranno a sperimentarsi, nonché le comunità di riferimento (territori) sia in termini di ricaduta generale del progetto sia nello specifico delle pratiche di Welfare innovative che verranno intercettate e sostenute grazie al progetto.

I destinatari diretti sono invece 50 giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni, che beneficiano di momenti formativi e di occasioni in cui sperimentano se stessi come attori della cura del territorio e della comunità in progetti innovativi di Welfare di prossimità. Elemento centrale del progetto sono le visite-studio nazionali e internazionali: «Si va a vedere altro per ricavarne spunti da attivare nel proprio contesto. Anche l’azione di organizzare la study visit, preparandosi ad accogliere i giovani provenienti da altri territori, ha in sé una grande valenza formativa: per narrare il proprio territorio e le esperienze che lo animano bisogna diventare competenti in prima persona» spiegano gli ideatori del progetto. Sono previste poi anche visite studio trans-nazionali, per conoscere  alcune Caritas europee che: stanno affrontando problemi simili a quelli che vive l’Italia in tema di contrasto alla povertà (Lisbona e Portogallo); sono all’avanguardia per l’innovazione sociale (Vienna e Caritas Austria); hanno una consolidata esperienza in fatto di advocacy (Londra e Birmingham nel Regno Unito).

 

Responsabilità

Il progetto intende «rendere i giovani responsabili nel farsi carico di un’azione intrapresa in vista del bene della comunità». Si tratta di «un’abilità a rispondere» condivisa con:

  • la comunità e il territorio, in una logica di co-costruzione di risposte efficaci e innovative ai bisogni emergenti e in un quadro condiviso di appartenenza al territorio;
  • i beneficiari finali delle azioni di Welfare (soggetti vulnerabili o svantaggiati), «a partire dall’assunto che il benessere comunitario può essere aggiunto se si superano le logiche erogative e assistenzialistiche, improntando gli interventi alla reciprocità e al coinvolgimento attivo di tutte le parti in un’ottica di mutuo riconoscimento dei bisogni, delle competenze e delle risorse» spiegano gli estensori del progetto.

www.comunitacheinnovano.it

 

Print This Post