Una rete europea per il reddito minimo

scritto da Redazione il 23 January 2014 in 11 - Miraggio reddito minimo and Buone pratiche con commenta

Costruire consenso sulla necessitĂ  di adottare le iniziative necessarie per la progressiva realizzazione di misure per un reddito minimo adeguato e accessibile negli Stati membri dell’UE, in linea con la raccomandazione della Commissione europea sull’Inclusione attiva (2008), la strategia Europa 2020 e nel contesto della Piattaforma europea contro la povertĂ  e l’esclusione sociale: questo l’obiettivo della Rete europea per il reddito minimo (Emin), un progetto biennale (2013-2014) finanziato dalla Commissione Europea. Costituita da organizzazioni sociali e sindacali, grandi associazioni, amministrazioni nazionali, regionali e locali, studiosi e analisti della materia, reti nazionali in almeno 5 Paesi, l’Emin promuove l’apprendimento reciproco e lo scambio di migliori pratiche in materia di reddito minimo. Il ruolo di capofila e di coordinamento a livello europeo è affidato alla Rete europea di lotta alla povertĂ  (Eapn), mentre per la rete nazionale italiana il referente è il Cilap (Collegamento italiano di lotta alla povertĂ ), a sua volta membro dell’Eapn.

«In un contesto in cui vi è la tendenza a restringere l’ammissibilitĂ  a regimi di reddito minimo in molti Stati membri, la Rete di reddito minimo è un passo rilevante per mantenere un focus sull’im­portanza di regimi minimi adeguati e accessibili sul reddito» sostengono i membri dell’Emin, ricordando come «piĂą che mai tali regimi rappresentano un’ancora di salvezza per le persone in condizioni di povertĂ  e di esclusione sociale». Infatti, spiegano i rappresentanti della Rete europea, «il sostegno al reddito minimo è spesso l’unico sostegno finanziario per le persone in difficoltĂ , ma anche per le persone che non possono accedere ad un lavoro retribuito e per coloro che hanno lavorato e sono alla fine del loro periodo di copertura per l’indennitĂ  di disoccupazione». L’accesso a regimi adeguati di reddito minimo costituisce dunque «una base importante per la partecipazione alla vita della comunitĂ , il collegamento con il mondo del lavoro e la possibilitĂ  di una vita dignitosa. Inoltre, contri­buisce in modo significativo ad un recupero dalla crisi, aiutando le persone a sostenere l’economia mediante l’incremento del potere d’acquisto e quindi della domanda locale». La Rete europea di reddito minimo si propone di:

Analizzare le tendenze attuali e gli ostacoli e proporre miglioramenti per quanto riguarda la copertura, l’adeguatezza e la non adozione di regimi di reddito minimo, attraverso le Relazioni delle reti nazionali, oltre che due studi tematici relativi alla adeguatezza dei sistemi di reddito minimo nella vecchiaia e la copertura di queste misure con il possibile rischio di mancato accesso da parte di persone senza fissa dimora.

Presentare e scambiare pratiche “buone” e “soddisfacenti” e promuovere l’apprendimento e il trasferimento di conoscenze.

Sensibilizzare e diffondere la conoscenza sui riferimenti comunitari alla materia, tra cui la raccomandazione del Consiglio del 1992 e la raccomandazione sull’inclusione attiva del 2008.

Costruire consenso sui passaggi necessari da fare verso la progressiva realizzazione di piani di reddito minimo adeguato e accessibile negli Stati membri dell’UE e negli altri Paesi europei.

Contribuire alla individuazione di definizioni comuni a livello di UE e criteri per l’adeguatezza dei sistemi di reddito minimo, nonchĂ© per il potenziamento di un quadro rafforzato dell’UE in materia di cooperazione in questo settore.

Per saperne di piĂą, visita il sito dell’Eapn

Per saperne di più visita il sito del Cilap 

 

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