Una “sosta” per i senza dimora a Torino

scritto da Redazione il 1 June 2013 in 10 - Cerchiamo dimore and Buone pratiche and Esperienze e territorio con commenta

Fornire un luogo protetto e riparato nei periodi critici, offrire un luogo per poter ricostruire una socialità che per strada difficilmente si trova, mettere a disposizione un luogo dove possa essere accessibile una rete di sostegno, al fine di aiutare le persone senza dimora nella ricerca di lavoro, casa, assistenza medico-sanitaria, reinserimento sociale: sono queste le finalità principali del Centro diurno “La Sosta†inaugurato a Torino il 21 febbraio scorso su iniziativa della diocesi.

Il reperimento delle risorse necessarie è stato affidato alla Caritas diocesana, che ha lavorato in stretta connessione con il Tavolo diocesano enti a servizio delle persone senza dimora e con l’appoggio concreto del Comune di Torino e dell’Agenzia Territoriale perla Casa della provincia di Torino.

Situato nel centro della città (via Giolitti 40), è aperto tutti i giorni (sabato, domenica e festività inclusi) dalle 13.30 alle 18.30; può ospitare fino a 40 persone contemporaneamente, ma il numero se necessario può aumentare grazie ad una rotazione oraria. Le persone sono accolte in tre salette adiacenti attrezzate con tavolini, sedie e tv, cui si aggiungono una saletta computer con tre postazioni Internet e un servizio di consultazione libri e riviste. Il servizio è gestito da operatori della Caritas e del Sermig con l’aiuto di volontari, che svolgono mansioni di ascolto e compagnia.

«L’intenzione è quella di colmare un vuoto, dare qualche risposta in più rispetto a quelle già esistenti sul territorio – spiega Carlo Nachtmann, vicedirettore della Caritas diocesana che ha curato e seguito direttamente la realizzazione del progetto – mentre rispetto ai molti servizi già attivi si cercherà di orientare e indirizzare le persone.

Deve però essere chiaro che questa è un’offerta di servizio da migliorarsi sulla base della compartecipazione degli utenti: vuole cioè essere un servizio modulato nel tempo secondo le effettive necessità, che funzionerà meglio quanto più chi partecipa avrà cura di farlo funzionare».

Intanto un primo obiettivo è già stato raggiunto, spiega il vicedirettore di Caritas Torino: «È quello di aver messo insieme realtà caritativa (Caritas), associativa (associazioni e organizzazioni che operano nel campo) e pubblica (servizi del Comune), cosa che rappresenta il valore aggiunto dell’iniziativa. Inoltre, il Centro offre un’ulteriore possibilità per i volontari delle parrocchie cittadine, che possono rendersi disponibili a collaborare per mansioni di accoglienza, intrattenimento e accompagnamento delle persone».
Chi fosse disponibile a collaborare, mettendo a disposizione qualche ora del proprio tempo, può contattarela Caritasdiocesana torinese (011-5156350) o la segreteria del Sermig (011-4368566).

Print This Post