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Una tassa sulla povertà

Posted By Redazione On 03/05/2015 @ 13:07 In 16 - Azzardo: giochi pericolosi,Opinioni e commenti | No Comments

12 - Perini 200 [1]Ormai è diventata un’abitudine e non ci facciamo più caso. Entriamo in un bar, in una sala giochi, apriamo Internet ed ecco che ci viene offerto di giocare, naturalmente con soldi veri. Ad attirare i più sprovveduti belle donne che ammiccano secondo il più classico dei cliché di vendita. I dati sono sconcertanti non solo per l’impressionante massa di soldi che spostano, ma anche perché sono indolori, non c’è violenza evidente, non spargimento di sangue. Il gioco mantiene il suo allettamento di sempre.

Nel 2001 la raccolta annua di denaro proveniente dai giochi d’azzardo era pari a 14 miliardi di euro. Oggi ammonta a oltre 100 miliardi (quasi 90 miliardi tra slot-machine, gratta e vinci, totocalcio, scommesse online), pari a una spesa media pro capite di 1700 euro l’anno. Questa crescita esponenziale ha portato l’Italia a detenere il primato in Europa e il terzo posto al mondo. Tutto ciò per un incasso netto da parte dello Stato di 8 miliardi di euro nel 2012, incasso che da allora è in progressivo calo.

Le radici stanno nell’assunto che la liberalizzazione avrebbe ridotto le attività illegali: un assunto che alla prova dei fatti si è rivelato del tutto sbagliato. Al contrario, scopriamo oggi da numerose indagini della Magistratura che l’azzardo illegale, oltre ad essersi affiancato a quello legale, si è nel tempo rafforzato e costituisce ormai il canale principale di riciclaggio di denaro. In questo settore il guadagno delle mafie risulta il doppio rispetto agli introiti dello Stato.

La conseguenza è che 800.000 persone sono a rischio dipendenza (Gap, gioco d’azzardo patologico), famiglie distrutte, numerosi casi di suicidi, casi di usura sempre in aumento, senza contare le già citate infiltrazioni mafiose. Il ministero della Salute stima che tra il 2% e il 4% dell’intera popolazione sia colpita da patologia, il che richiederebbe psicoterapie complesse per un costo stimato di oltre 6 miliardi di euro.

Agire sul sistema alla base del gioco d’azzardo

Il “gioco d’azzardo” non è solo un problema di giocatori patologici, ma un cancro economico e sociale che sta divorando l’Italia e che va smontato alla radice. Limitarsi alla cura delle patologie significa implicitamente accettare che non si possa modificare il sistema che ne sta alla base. Un’azione semplice e fattibile sarebbe l’approvazione del Testo unificato di legge approntato dalla relatrice Binetti per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d’azzardo patologico, approvato all’unanimità dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati, ma ora bloccato in Commissione Bilancio per mancanza di coperture.

La questione di fondo è capire se dopo una grande presa di coscienza della società civile ci sia la volontà politica. Al momento ci si nasconde dietro a pareri infondati e a stratagemmi tecnici che di fatto bloccano la riforma del settore. Lo stesso Preziosi (PD), presidente della Commissione Bilancio, ha ammesso l’ambiguità e l’indecisione del governo che sta portando a misure anche controproducenti.

L’attuale governo non ha la minima intenzione di arginare il fenomeno dell’azzardo, anzi sembra andare in direzione contraria. L’azzardo rappresenta un tema molto caro allo Stato, per gli interessi celati che vi girano intorno.

L’impegno della società civile

Non abbiamo alcuna intenzione di arretrare, la società civile sta prendendo coscienza. Continueremo ad organizzare Slotmob nelle città e provincie italiane mantenendo viva la speranza delle tante persone che si sono avvicinate in questo periodo, dei famigliari dei giocatori patologici che sempre più chiedono di porre dei limiti con la convinzione che dal basso quel filo che lega gli interessi privati a scapito delle persone fragili si possa spezzare definitivamente.

Come per tutte le altre piaghe della nostra cultura, come il razzismo, la violenza familiare, la corruzione, anche l’impegno a favore di quanti cadono vittima del gioco d’azzardo è pressante e oneroso, perché è necessario intervenire su più piani: quello personale, che aiuti la persona in questione a prendere coscienza della sua dipendenza, e quello sociale, come ad esempio convincere i gestori di bar a rifiutare le slot-machine, eligendoli come bar preferiti per le colazioni e i caffè e dando così un pubblico riconoscimento alla loro responsabilità sociale.

Nel frattempo va continuato il dialogo e la pressione presso il governo, che in questo caso assume una responsabilità molto grande e difficilmente calcolabile nei suoi effetti, spingendo le persone più fragili alla ricerca della facile e immediata ricchezza. Infatti ancora una volta sono le persone con meno protezione a cascare nelle trappole, che non solo non mantengono le illusioni sbandierate, ma li renderanno ancora più poveri ed esposti. È infatti recente la notizia per cui i sindaci che avevano preso alcune misure protettive (distanza dalle scuole, orari di apertura ecc.) non potranno più esigerle a causa della decadenza di queste norme a fine anno, decadenza decretata dall’attuale governo. Ma non sarebbe la prima volta che il piccolo Davide abbatte il gigantesco Golia.


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