Welfare: i provvedimenti più recenti
Clausola di salvaguardia
Nella Legge n. 111 (15 luglio 2011), il governo aveva inserito una “clausola di salvaguardia” (art. 40, comma 1 quater) per consentire di evitare che l’indifferenziato taglio lineare delle agevolazioni si abbattesse su tutti i contribuenti. Il taglio si sarebbe evitato se entro il 30 settembre 2013 (anticipato di un anno dalla Legge n. 148/2011) «siano adottati provvedimenti legislativi in materia fiscale ed assistenziale aventi ad oggetto il riordino della spesa in materia sociale, nonché la eliminazione o riduzione dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale che si sovrappongono alle prestazioni assistenziali». Da questi provvedimenti doveva derivare un risparmio di: 4 miliardi di euro per il 2012, 16 miliardi per il 2013, 20 miliardi dal 2014 in poi.
Disegno di Legge delega
Per dare rapida attuazione alla “clausola di salvaguardia”, l’allora ministro Tremonti depositò alla Camera, il 29 luglio 2011, il Disegno di Legge n. 4566, “Delega al governo per la riforma fiscale e assistenziale”. L’intento dichiarato era una radicale trasformazione sia del sistema fiscale che di quello assistenziale. Di quest’ultimo si occupa l’articolo 10, intitolato “Interventi di riqualificazione e riordino della spesa in materia sociale”, che costituisce la “delega assistenziale” e che riguarda l’ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente), i criteri di accesso alle prestazioni, le sovrapposizioni tra agevolazioni fiscali e programmi di spesa, l’indennità di accompagnamento, la social card e le funzioni dell’INPS. Le critiche al testo, sia per la parte fiscale che assistenziale, espresse da esperti, parti sociali, associazioni, soggetti istituzionali sono state piuttosto forti e argomentate; la stessa Corte dei Conti ha giudicato insostenibile la proposta.
Dopo le dimissioni del governo Berlusconi l’analisi è proseguita nelle preposte Commissioni parlamentari, ma non è ancora chiaro se il nuovo governo ricorrerà comunque a quella delega accettandone l’impostazione e i contenuti.
Intervento del nuovo governo sulla clausola di salvaguardia
L’impegno sul recupero di 40 miliardi di euro (4+16+20) in tre anni da fisco e assistenza è rimasto anche per il governo Monti. Avendo però adottato come slogan “equità e rigore” si pone la necessità di “ritoccare” anche quell’articolo 40 che prevedeva i tagli lineari sulle agevolazioni fiscali. Il Decreto cosiddetto “salva-Italia” (Decreto Legge 201/2011) cancella quella disposizione, ma la sostituisce con un’altra altrettanto lineare: l’innalzamento delle aliquote IVA, una soluzione a cui era già ricorso Tremonti ma non per compensare i tagli lineari.
Due sono gli interrogativi prioritari da sottoporre al governo Monti:
• L’attuale esecutivo vuole cancellare la delega o, invece, portarne avanti l’iter? Si tratta di una scelta preliminare a tutte le altre che potrà compiere nel Welfare sociale, che definirà il perimetro dentro cui prenderà forma l’azione governativa in materia.
• Se anche decidesse di non portarla avanti, quali posizioni intende assumere sui temi posti dalla delega? La delega infatti solleva questioni ineludibili sulle quali il governo deve rimettere bene: criteri di accesso, lotta alla povertà, crisi dei servizi, ruolo delle prestazioni monetarie e altri ancora.
Fonte: Forum Nazionale del Terzo Settore, “Il welfare di domani? La delega assistenziale e il futuro delle politiche sociali in Italia. Un’analisi a partire dai dati”, 2011