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“Welfare in azione” per l’innovazione sociale

Posted By Enrico Panero On 05/04/2016 @ 12:15 In 22 - Social Innovation,Buone pratiche | No Comments

Welfare in azione [1]Le modalità di risposta ai bisogni non sono più adeguate alle trasformazioni sociali e le risorse disponibili sono frammentate e spesso male utilizzate: è fondamentale allora ragionare in una logica trasformativa con un approccio di sistema innovativo non solo nella modalità di risposta ma anche nel ricomporre le risorse e ripensare le governance territoriali». Con queste motivazioni è nata due anni fa un’esperienza concreta di innovazione sociale lanciata dalla Fondazione Cariplo con il progetto “Welfare di Comunità e Innovazione sociale”. La sfida, sostengono i promotori dell’iniziativa, è di «contribuire a innovare l’attuale sistema di Welfare sostenendo sperimentazioni che sappiano attivare risposte più efficaci, efficienti ed eque, rafforzando la dimensione comunitaria, coinvolgendo la società e i cittadini in processi partecipati e rendendo così maggiormente incisiva, stabile e sostenibile l’innovazione prodotta». L’obiettivo del progetto è chiaro e ambizioso: «Desideriamo una comunità che funzioni per tutti, senza lasciare nessuno indietro».

 

Nuove reti per rinnovare il Welfare locale

L’esperienza è naturalmente locale, perché limitata all’ambito territoriale in cui opera la Fondazione Cariplo, ma si tratta di una pratica di innovazione sociale utile da conoscere e replicare. In due anni sono state sostenute 18 sperimentazioni in Lombardia e nelle province di Novara e Verbano Cusio Ossola. Si tratta di interventi diversi tra loro, che coinvolgono attori pubblici e privati (enti pubblici e realtà non profit come associazioni, fondazioni, consorzi e cooperative) uniti nella determinazione di intraprendere percorsi di programmazione territoriale, aperta e partecipata, con l’obiettivo di rinnovare il Welfare locale. I progetti hanno durata triennale, sono sostenuti con 10 milioni di euro l’anno e accompagnati da un percorso di monitoraggio e supporto al fundraising. Con un duplice obiettivo, spiegano i promotori: «Da un lato sostenere le sperimentazioni nate dal basso, “laboratori viventi” capaci di declinare nel concreto approcci innovativi (di governance, processi e servizi), dall’altro approfondire e diffondere conoscenza attraverso il monitoraggio degli interventi finanziati, la costituzione di una comunità di pratica che alimenti il confronto e lo scambio delle diverse competenze ed esperienze e la narrazione di quanto il progetto nel suo insieme stia muovendo nelle singole realtà territoriali coinvolte».

 

Welfare di comunità raccontato dai protagonisti

Per questo, nell’ambito del progetto è stato creato il portale web Welfare in azione, che rappresenta il luogo dove questi “laboratori viventi” raccontano ciò che accade nei loro territori, le loro storie, con immagini e voci delle persone coinvolte, a favore di tutti i territori che vorranno intraprendere la strada dell’innovazione in contesti di Welfare comunitario. «Tutte queste risorse possono essere attivate solo se chi le possiede decide di donarle: è così che si crea valore da mettere a disposizione di tutte le persone e in particolare di quelle che sono in difficoltà, temporanea o permanente» osservano gli ideatori di “Welfare in azione”, che intende appunto stimolare l’attivazione di queste risorse.

Sul portale, i protagonisti dei progetti di innovazione sociale raccontano cosa significa Welfare di comunità sulla base delle loro esperienze. Eccone alcune definizioni:

  • «È un Welfare delle responsabilità diffuse, in cui ciascun soggetto del territorio partecipa alla ricerca di risposte nuove nei confronti di chi fa più fatica».
  • «Significa cambiare prospettiva, superando le logiche della beneficienza per andare verso l’altro consapevoli che non è solo una persona che chiede ma che invece può prendere in mano il proprio progetto di vita, farsi carico dei propri bisogni e, supportato, trovare delle soluzioni. Quindi significa introdurre nuovi puniti di vista, perché solo così facendo si possono trovare strade nuove e soluzioni mai pensate».
  • «È una grande sfida, perché rappresenta un modo nuovo di poter co-programmare, collaborare, co-progettare su temi comuni. Poter sviluppare insieme un’analisi dei bisogni e possibili strategie e modalità di presa in carico sempre più nuove».
  • «Significa dare valore ai mondi vitali che già oggi sono un pilastro del Welfare locale e anche dare un po’ di vitalità ai servizi sociali, spesso troppo fermi su un consolidato che non permette di trovare nuove prospettive di lavoro».
  • «Permette di essere vicino alle persone con risposte flessibili e aderenti ai bisogni, nella convinzione che oggi non basta semplicemente fare ma occorre fare bene».
  • «Permette di abbandonare un po’ l’idea che il Welfare è solo un costo: con il Welfare di comunità si constata che sul territorio le risorse non mancano. Significa trasformare un sistema centrato sul consumo delle risorse in un sistema capace di richiamare le risorse esistenti e anche generarne di nuove».

Vedi anche: Rapporto sull’innovazione sociale in Italia  [2]


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[2] Rapporto sull’innovazione sociale in Italia : http://www.puntidivistafactory.eu/rapporto-sullinnovazione-sociale-in-italia/

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