False informazioni sui costi dell’accoglienza

scritto da Redazione il 11 April 2015 in 15 - Quale accoglienza and Notizie con commenta

«Gli italiani non hanno lavoro e ai rifugiati diamo 40 euro al giorno» è una frase piuttosto diffusa, ma influenzata da informazioni inesatte. Il costo medio per l’accoglienza di un richiedente asilo o rifugiato è in effetti valutato in 35-40 euro al giorno ma, come precisa il ministero dell’Interno, questi soldi non vengono dati direttamente ai richiedenti asilo e ai rifugiati, sono soldi erogati per la gestione dei centri che rientrano nel sistema SPRAR, vanno cioè alle cooperative che gestiscono i centri e servono a pagare gli operatori, l’affitto ai privati degli immobili, i fornitori di beni di consumo. Una piccola quota va per gli interventi di riqualificazione professionale, come i tirocini, orientati a permettere ai migranti di vivere in autonomia una volta usciti dal sistema di accoglienza. Solo una quota residua è data direttamente ai migranti: si tratta di un pocket money di 2,5-3 euro al giorno per le piccole spese quotidiane. Queste risorse fanno parte di un fondo ordinario del ministero, non sono spese straordinarie. Gli enti locali che decidono di partecipare al bando SPRAR hanno l’obbligo di presentare un piano finanziario che deve essere approvato dalla commissione formata da rappresentati di enti locali, del ministero dell’Interno e dell’UNHCR. Le spese di gestione per migrante possono subire lievi variazioni secondo il costo della vita locale e dell’affitto delle strutture.

Diverso il discorso per i minori non accompagnati, per i quali è necessario assicurare anche un servizio sociale e di tutela che comporta una spesa maggiore. Le rette possono dunque superare anche i 140 euro, ma per quelli che rientrano nello SPRAR il ministero eroga al massimo 80 euro e sta cercando di ridurre ulteriormente i costi pensando a una differenziazione per fasce d’età.

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