Puntidivista 15 – Editoriale

scritto da Redazione il 11 April 2015 in 15 - Quale accoglienza and Editoriali con commenta

La migrazione è una questione di persone: dietro ogni volto che giunge alle nostre frontiere c’è un individuo. Dobbiamo pensare a tutte le dimensioni del fenomeno, per creare un’Unione Europea più sicura, prospera e attraente». Sono parole del commissario europeo responsabile per la Migrazione, Dimitris Avramopoulos, pronunciate a inizio marzo in occasione dell’avvio dei lavori per l’elaborazione di un’agenda europea globale sulla migrazione. La nuova Commissione Europea sembra infatti convinta della necessità di una nuova politica comune dell’UE in materia di migrazione e asilo, come espresso più volte anche dal Parlamento Europeo, e sta cercando di convincere gli Stati membri. Perché sono questi, poi, ad avere le competenze in materia e ad essere da sempre restii a cedere sovranità all’UE, approccio che ha finora frenato lo sviluppo di una politica migratoria europea. Vent’anni dopo la nascita dello Spazio Schengen, con l’abolizione dei controlli alle frontiere interne e l’inasprimento di quelli alle frontiere esterne, e successivamente del cosiddetto Spazio di giustizia, libertà e sicurezza, le istituzioni dell’UE si accorgono che manca tutto il resto di ciò che dovrebbe essere una politica comune: norme condivise in materia di flussi, canali d’ingresso regolare, accoglienza, asilo, integrazione, interventi sulle cause delle migrazioni. Manca soprattutto una condivisione europea dei doveri di protezione internazionale, così di fronte alle continue crisi che causano nuovi flussi migratori ogni Paese fa ciò che può (o vuole). Ora, dopo 25.000 vittime in 15 anni alle frontiere dell’UE, violazioni di diritti fondamentali, condizioni di accoglienza e integrazione rese appena dignitose grazie al volontariato, pare finalmente esserci una consapevolezza diffusa che questa “guerra alle migrazioni” (come definire se no una media di 1.600 morti e dispersi all’anno) deve finire per lasciare spazio a una vera politica delle migrazioni.

 

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