Allearsi contro la povertà: il punto

scritto da Redazione il 30 January 2015 in 13 - Allearsi contro la povertà and Approfondimenti con commenta

Durante la crisi degli ultimi anni la povertà assoluta è più che raddoppiata in Italia, passando dal 4,1% al 9,9% della popolazione, ciò significa in termini assoluti da 2,4 a 6 milioni di persone coinvolte. Considerando i nuclei familiari l’aumento è stato dal 4,1%, pari a 0,97 milioni di famiglie, al 7,9%, pari a 2 milioni di famiglie, un incremento percentuale minore poiché si è concentrato maggiormente tra i nuclei con più persone. Si tratta di povertà assoluta, cioè di persone che non raggiungono «uno standard di vita minimamente accettabile» calcolato dall’Istat e legato a un’alimentazione adeguata, a una situazione abitativa dignitosa e ad altre spese basilari come quelle per la salute, i vestiti e i trasporti.

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Contemporaneamente la povertà si è estesa e diffusa, andando a colpire in misura significativa parti della società che ne erano state solo marginalmente toccate: il centro-nord, le famiglie con due figli, i nuclei con capofamiglia inferiore a 35 anni, le famiglie con componenti occupati in attività lavorative. Ci si può attendere che l’auspicata ripresa economica porti, nei prossimi anni, una riduzione del tasso di povertà, ma secondo esperti e addetti ai lavori il livello di povertà non potrà tornare al livello pre-crisi, a causa dell’indebolimento strutturale del contesto socio-economico italiano.

Marsico«6 milioni e 9,9% sono i numeri chiave da tenere a mente perché meglio di qualsiasi altra cifra aiutano a “toccare con mano” la presenza della povertà nella società italiana ha affermato Caritas Italiana nel Rapporto 2014 “Il bilancio della crisi, secondo cui «l’allargamento dell’area della precarietà e della conclamata povertà è destinato a divenire strutturale se non si assumono effettive strategie di contrasto»Come osservato nella conclusioni del Rapporto dal responsabile dell’area nazionale di Caritas Italiana, Francesco Marsico, questa situazione «deve rafforzare la preoccupazione relativa al “posto dei poveri” nei diversi livelli di programmazione finanziaria istituzionale, dal livello europeo a quello comunale, nel modello di tutela sociale che andrà necessariamente costruito per ridurre le percentuali di persone cadute in povertà e nell’idea di sviluppo che guiderà la ripresa dei prossimi anni. Appare evidente la crucialità dei prossimi mesi: insieme alla ridefinizione di un modello economico e produttivo, deve delinearsi una nuova struttura di tutela dei diritti, a partire dalla “libertà dalla povertà”».

In un tempo di risorse scarse e di rimodulazione della spesa, nonché di ridefinizione dei modelli di protezione sociale, la programmazione finanziaria europea e le sue ricadute nazionali e regionali, la Legge di stabilità e la sua effettiva capacità di determinare politiche concrete, l’allocazione delle risorse regionali e comunali «sono i complessi ambiti ai quali rivolgere un’attenzione responsabile e competente» sostiene Caritas Italiana. Per poterlo fare in modo concreto ed efficace servono però competenze specifiche e soprattutto «alleanze» sia a livello nazionale che territoriale. Questo il senso della partecipazione di Caritas italiana alla Alleanza contro la povertà in Italia, che vede associazionismo sociale, volontariato e sindacato per la prima volta insieme per richiedere una misura universale di contrasto alla povertà. Secondo Marsico «questa Alleanza è una opportunità non solo per costruire un soggetto che esplicitamente vuole farsi carico di tutelare condizioni che non hanno avuto negli scorsi anni una effettiva rappresentanza sociale, ma per avviare sul piano nazionale e locale un lavoro di advocacy, tale da fare crescere la capacità delle comunità territoriali di monitorare le politiche e, d’altro canto, alzando il livello dell’accountability istituzionale».

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