Stato di insicurezza sociale – glossario

scritto da Redazione il 3 October 2011 in 5 - Stato di insicurezza sociale con commenta

Bene comune: Il bene comune è quella particolare tipologia di bene che si configura come “fine della società civile”, ovvero come bene di tutti gli individui che compongono il corpo sociale e che sono soggetti di diritti. Il bene comune, infatti, non è il bene individuale e neanche la somma dei beni individuali: presuppone il bene di ogni singola persona e ha per fine il bene di ciascun cittadino del corpo sociale. È possibile definire il bene comune come la produttoria dei livelli di benessere (utilità) dei singoli, a differenza del c.d. bene totale risultante dalla sommatoria degli stessi; in quest’ultimo caso, il bene di qualcuno può essere annullato senza cambiare il risultato finale; viceversa, nel bene comune (risultato di una produttoria), annullando anche solo uno dei livelli di benessere viene ad annullarsi il risultato finale, quindi il benessere della società civile non è raggiunto.

Borsa sociale: Mercato di capitali responsabili per le imprese a finalità sociale, capitali cioè per i quali non ci si attende il massimo ritorno economico possibile. Chi investe destina risorse alle imprese con finalità sociale (che escono così dal meccanismo delle donazioni come unico canale di finanziamento) e si vede garantita la restituzione e la negoziabilità di un tasso minimo (in termini reali attorno al 3%) che si coniuga con componenti extra-finanziarie (sociale e ambientale) a cui deve essere data visibilità e misurabilità.

Capitale sociale: Il capitale sociale è comunemente definito come l’insieme delle reti di relazioni interpersonali e delle norme sociali che favoriscono l’azione collettiva per il perseguimento di fini condivisi (Putnam, 1995).

Contratto sociale: Vincolo che lega i singoli tra loro e alla collettività, il contratto sociale si basa sulle capacità e sulle competenze negoziali del singolo, che concorda con gli altri singoli e con la società obblighi e vantaggi reciproci. In una situazione e in un tempo in cui le capacità negoziali non sono accessibili a tutti si sta facendo strada, nella riflessione sulle prospettive dello Stato sociale, l’ipotesi di fondare il contratto non sulle capacità di ciascuno ma sulla vulnerabilità come cifra della condizione umana, accentuando così la dimensione delle reciprocità che, insieme ai principi dello «scambio degli equivalenti» e della «redistribuzione», è elemento fondativo della società.

Crisi economica: Situazione nella quale gli indicatori macroeconomici restano a lungo invariati o cambiano di segno passando dal positivo al negativo. A seconda delle cause e delle caratteristiche una crisi economica può essere congiunturale, se si limita a un determinato periodo di tempo e non investe gli indicatori macroeconomici, o strutturale («entropica») quando sono investiti tutti gli indicatori macroeconomici e durata e complessità della crisi sono tali da «far implodere il sistema senza modificarlo».

Debito sovrano: Debito pubblico, in particolare quello contratto con l’acquisto di titoli e obbligazioni in valuta straniera, o, nel caso dell’euro, di titoli acquistati da uno Stato membro presso altri Stati membri. Secondo la “dottrina dell’immunità sovrana” il rimborso del debito sovrano non può essere forzato dai creditori, che hanno come sola arma la perdita di credibilità internazionale del Paese che non onora i propri debiti con conseguente chiusura dei canali di accesso al credito e declassamento da parte delle agenzie internazionali di rating.

Economia civile: Prospettiva culturale di interpretazione dell’intera economia, alla base di una teoria economica di mercato fondata sui principi di reciprocità e fraternità, alternativa a quella capitalistica. Anche l’Economia civile, essendo economia di mercato, porta sviluppo attraverso la divisione del lavoro, che a differenza di quanto accade nell’economia di mercato capitalistica non è mai disgiunto dal concetto di sostenibilità e libertà di impresa. Ciò che distingue l’Economia civile dall’Economia di mercato capitalistica è il fine, che per l’Economia civile è l’ottenimento del bene comune mentre per l’Economia di mercato capitalistica è il bene totale.

Economia solidale: Modello economico che mette al centro del proprio operare le persone, la qualità della vita, le relazioni e l’ambiente. Il sistema su cui si basano queste realtà è quello formato da soggetti che agiscono all’interno di una rete di relazioni sociali per favorire lo sviluppo sociale attraverso la diffusione di legami basati sulla solidarietà.

Finanziarizzazione dell’economia: Fenomeno tipico del capitalismo maturo che fa registrare un progressivo aumento del complesso degli strumenti finanziari in circolazione in un determinato periodo e il volume d’affari da questo creato. La globalizzazione economica ha ulteriormente alimentato questo fenomeno, perché esiste una connessione tra sviluppo degli scambi commerciali e formazione di attività finanziarie. La degenerazione degli strumenti finanziari verificatasi negli ultimi anni ha poi ulteriormente squilibrato questo rapporto: si stima che le operazioni in derivati realizzate al di fuori dei mercati regolamentati abbiano superato i 600.000 miliardi di dollari, cifra equivalente a oltre 10 volte il Prodotto Mondiale Lordo.

Modelli di protezione sociale: A livello europeo sono due i macro-tipi di sistemi di protezione sociale. Uno caratterizzato dall’universalismo delle prestazioni, dal finanziamento attraverso la tassazione generale e dalla gestione e/o controllo pubblico dei fattori di produzione (modello “Beveridge”, vige in Danimarca, Finlandia, Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia). Un altro basato sulle assicurazioni sociali, caratterizzato dall’obbligatorietà della copertura nell’ambito di un sistema di sicurezza sociale, finanziato per lo più da contributi individuali attraverso fondi assicurativi e con gestione dei fattori di produzione pubblica e/o privata (modello “Bismarck”, vige in Austria, Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi). La tendenza attuale è quella di una convergenza tra i due modelli, dovuta al crescente mix tra pubblico e privato che caratterizza, sebbene con gradualità differenti, tutti i Paesi dell’Unione Europea.

Reddito di cittadinanza: Erogazione di una certa somma monetaria a scadenze regolari e perpetue in grado di garantire una vita dignitosa, indipendentemente dalla prestazione lavorativa effettuata. Si parla di reddito di cittadinanza quando l’erogazione è universale e incondizionata

Speculazione: Attività di acquisto e rivendita abituale e in tempi successivi di beni mobili (merci, obbligazioni, azioni, valute) o beni immobili allo scopo di trarne profitto. Gli operatori (speculatori), al fine di garantirsi il conseguimento di un guadagno, devono accertarsi che il prezzo di vendita al momento del realizzo superi il prezzo di acquisto aumentato dei costi di custodia, manutenzione ecc. In condizioni normali la speculazione può svolgere un ruolo stabilizzante, attutendo le oscillazioni violente dei prezzi e facilitando l’incontro tra domanda e offerta. Quando però è in grado di incidere pesantemente sulla formazione dei prezzi, gli speculatori possono determinare notevoli scompensi sui mercati.

Sussidiarietà: La sussidiarietà si sposa con la devolution, da un lato, e con la privatizzazione del Welfare, dall’altro, e può essere coniugata con sfumature assai diverse: quella “orizzontale” dovrebbe avere un ruolo complementare e non sostitutivo dell’intervento pubblico, quella “verticale” dovrebbe prevedere almeno un ruolo garante e di programmazione dei livelli superiori, al fine di garantire la reale esigibilità dei diritti di tutti i cittadini. Si definisce poi “circolare” quella forma di sussidiarietà in cui l’iniziativa pubblica riconosce e sostiene forze sociali che svolgono la loro attività in vista di interessi generali e che integrano nel proprio operare autonomo le linee politiche delle istituzioni, influenzandone l’orientamento con i meccanismi della concertazione.

Vulnerabilità sociale: Indica l’esposizione di singoli e di nuclei familiari al rischio povertà. Una “zona grigia” in cui si sperimenta, all’interno di un contesto di vita ordinario, una situazione problematica derivante dalla necessità di svolgere compiti sociali cruciali in mancanza di un set adeguato di risorse, capacità e relazioni d’aiuto. Secondo un’altra definizione, si tratta di esposizione a processi di disarticolazione sociale che mette a rischio l’organizzazione della vita quotidiana. Ciò che caratterizza la condizione di vulnerabilità è la possibilità di evolvere positivamente, recuperando le situazioni critiche, o di avviarsi alla carriera di povertà, attraverso meccanismi di “accumulo” di criticità. Il ruolo del Welfare in questa evoluzione è dirimente, così come giocano un ruolo significativo il capitale individuale e le reti sociali dei singoli.
Welfare state: Sistema sociale in cui lo Stato garantisce ai cittadini – attraverso politiche redistributive della ricchezza, servizi e politiche attive – un livello minimo indispensabile di vita individuale e sociale. Tradizionalmente basato sull’universalismo delle prestazioni e sulla fiscalità generale, oggi il Welfare si sta ridisegnando a seguito di grandi mutamenti che hanno messo in crisi lo stesso meccanismo di negoziazione sociale di cui il Welfare rappresentava il prodotto. Il paradigma neoliberista, prima, e le conseguenze della crisi finanziaria e sociale, poi, hanno ri-orientato il Welfare State verso forme miste Stato-mercato-società (Welfare mix), verso veri e propri sistemi di mercato (Welfare market) o verso sistemi che valorizzano la cooperazione sociale, l’autorganizzazione, il non profit e il mercato, con gradi variabili di ruolo del pubblico (Welfare community).

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