Promuovere l’impresa sociale nei Balcani

scritto da Redazione il 16 June 2015 in 17 -Impresa sociale and Buone pratiche con commenta

793257_79977259Si chiama E.L.BA (Emergenza Lavoro nei Balcani) ed è un progetto con cui Caritas Italiana intende promuovere l’economia sociale in alcuni Paesi del Sud-Est Europa, in collaborazione con le Chiese e le Caritas locali, utilizzando i due fondi CEI relativi allo start up di nuove imprese e al rafforzamento delle imprese sociali esistenti.

In pratica, Caritas Italiana anche nel Sud-Est Europa si è unita ad un movimento di pensiero che collega l’economia alla sfera sociale, partendo dall’assunto che si possono affrontare l’esclusione sociale e l’integrazione lavorativa delle fasce più vulnerabili della popolazione attraverso l’innovazione sociale ed idonei strumenti economici. Le Chiese locali dei Balcani, però, pur percependo il potenziale dell’impresa sociale come strumento di crescita sostenibile ed inclusiva hanno conoscenze ancora deboli sia della legislazione che delle buone prassi, a livello regionale ed europeo. Inoltre hanno insufficienti capacità “tecniche” e la formazione di personale preparato diventa fondamentale. Pertanto, dopo un’attenta consultazione con la Chiesa locale e nel solco del lavoro impostato al fianco delle Caritas nazionali e diocesane del Sud-Est Europa, Caritas Italiana ha riscontrato la necessità di «allargare, strutturare e intensificare l’azione di promozione dell’economia sociale, di renderla più omogenea, efficace e comprensiva, e quindi di rafforzare l’impegno in tutta la regione». Estendendolo a tutti i Paesi dell’area e a diversi gruppi vulnerabili, «nella speranza di imprimere un’accelerata al processo di emancipazione delle Caritas locali, di promozione della sussidiarietà e di lotta alla povertà».

Come è nata l’idea

Alcune buone prassi già avviate nella regione insieme alle Chiese locali hanno dimostrato che l’impresa sociale è possibile, nota Caritas Italiana, ha un proprio spazio e può funzionare nel Sud-Est Europa, soprattutto perché su di essa si basano le poche esperienze in atto che coinvolgono le fasce più vulnerabili. Le nuove leggi offrono opportunità alle organizzazioni caritatevoli locali di diventare attori riconosciuti nei sistemi di Welfare e di essere supportate economicamente dal settore pubblico per fornire i propri servizi ai poveri. Le esperienze già esistenti di collaborazione tra le Chiese di questi Paesi (rete per lo sviluppo delle Caritas parrocchiali e del volontariato; rete per la lotta al traffico degli esseri umani; rete per la risposta alle emergenze) dimostrano inoltre che l’approccio d’area e il sostegno reciproco funzionano in questa regione, portano ad un arricchimento vicendevole e contribuiscono a riallacciare i legami tra Paesi lacerati dai conflitti degli anni Novanta e dalla difficile transizione in atto.

Il progetto Ebla

Partendo da questi presupposti si è sviluppato il progetto E.L.BA, che coinvolge 6 Paesi ancora fuori dall’UE: Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Serbia. A questi si aggiunge la Grecia a causa della particolare gravità della situazione economica. Il progetto, della durata di 18 mesi, ha come partner le 7 Caritas nazionali dei Paesi coinvolti, con il coinvolgimento dei network interni (associazioni caritatevoli). Gli obiettivi prioritari sono:

  • contrastare la crisi economica nel Sud-Est Europa proponendo soluzioni economiche sostenibili e socialmente eque;
  • offrire risposte innovative e qualificate (le imprese sociali) ai bisogni delle fasce vulnerabili, supportando in particolare la loro inclusione educativa, lavorativa e sociale;
  • sostenere i percorsi di adesione all’UE dei Paesi coinvolti, attraverso esperienze di Welfare e di economia sociale in linea con gli standard comunitari;
  • rafforzare la sostenibilità delle imprese sociali sostenute dalle organizzazioni caritative locali, promuovendo imprese sociali che, tramite la fornitura di servizi e/o la stipula di convenzioni con gli enti pubblici, possano garantire una maggiore stabilità economica;
  • rafforzare la collaborazione regionale tra le Chiese dell’area, rendendo possibile uno scambio di prassi, informazioni e capacità attorno ai temi della lotta alla crisi.

Il progetto sarà realizzato attraverso 5 attività, a loro volta costituite da varie azioni:

  1. formazione di operatori locali esperti sul tema dell’impresa sociale;
  2. visite studio, scambio di buone prassi all’interno della regione;
  3. rafforzamento delle imprese sociali esistenti;
  4. nuovi start up: apertura di un Fondo per l’avviamento di imprese sociali;
  5. diffusione della legislazione e normativa locale in tema di impresa locale.

Per Informazioni;
http://www.caritasitaliana.it
Daniele Bombardi – Alessandro Cadorini – Laura Stopponi

 L’impresa sociale promossa da E.L.B.A

Il progetto E.L.BA ha definito alcune caratteristiche del tipo di impresa sociale da supportare. Potrà avere diverse forme giuridiche, ma non avere scopo di lucro. Dunque, per impresa sociale sovvenzionabile all’interno del progetto Caritas Italiana intende qualsiasi organizzazione, in diverso modo legata alla Chiesa locale, che soddisfi obiettivi sociali, pedagogici e di promozione umana, con un impatto sociale significativo sulle comunità locali. Tale impresa sociale viene creata al fine di prendersi carico dei gruppi più vulnerabili e svantaggiati, o integrandoli lavorativamente, o fornendo loro dei servizi socio-assistenziali e educativi. Inoltre questa forma di impresa sociale coinvolge attivamente i propri membri nei processi decisionali e di governance e reinveste totalmente i profitti.

Le categorie svantaggiate, oggetto di inserimento lavorativo o beneficiarie di servizi di assistenza, sono: giovani e donne provenienti da aree svantaggiate; rom, egiziani ed ashkali; disabili fisici e mentali e persone affette da disturbi mentali; ex tossicodipendenti; persone provenienti da famiglie sotto vendetta di faida (gjakmarrja); persone in bisogno, beneficiarie dei servizi Caritas e/o dei servizi sociali in condizioni di particolare disagio economico.

 

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